Maurizio Landini ad Agorà Weekend: "Non lo escludo". Scioperi, 2024 nero?
"Non lo escludo". Maurizio Landini riapre "l'autunno caldo" e preannuncia scioperi anche per le prossime settimane. Il segretario della Cgil, intervenendo ad Agorà WeekEnd su Rai 3, puntualizza che "se il governo continua a non ascoltarci come fatto finora" allora sì, anche nel 2024 ci saranno scioperi e manifestazioni contro l'esecutivo come successo, a raffica, nel 2023. "Finora il governo con noi non sta discutendo ed è chiaro che noi non escludiamo alcuna mobilitazione, di alcun genere".
"Il 2024 è l'anno in cui c'è il problema di rinnovare i contratti nazionali di lavoro. Ci sono quasi 12 milioni di lavoratori e lavoratrici alle prese con il rinnovo del contratto nazionale, sia nel pubblico sia nel privato. C'è un prima tema salariale, che nel nostro Paese che è grande come una casa". "Poi noi continuiamo a pensare che c'è bisogno di una legge sulla rappresentanza che dia valore generale ai contratti nazionali" e in questa cornice "ci vuole una quota salariale minima sotto la quale nessun lavoratore in Italia possa essere pagato".
"Chiediamo che la legge delega che il governo si è fatto votare, che anziché introdurre il salario orario minimo parla di gabbie salariali o di altre nefandezze di questa natura, va ritirata - prosegue Landini nel suo intervento-comizio -. Bisogna invece fare una seria legge sulla rappresentanza che cancelli i contratti pirata e bisogna che sia il governo sia le associazioni di impresa mettano mano al portafoglio per aumentare i salari" dei lavoratori pubblici e privati.
Capitolo ex Ilva: la vicenda "va avanti dal 2012 e da allora diciamo che c'è bisogno di un intervento diretto dello Stato per garantire un futuro a un settore strategico. Si sono persi 12 anni; se non c'è un intervento dello Stato non se ne esce da questa situazione. E' necessario avere in testa un progetto industriale, quindi bene se ci sono anche interessi di imprenditori ma deve essere chiaro che a pagare il prezzo di questa operazione non possono essere né i lavoratori né la filiera produttiva e i territori che sono coinvolti".
Ce n'è anche per la politica propriamente detta, con la decisione della Cassazione sul saluto romano: "Innanzitutto, credo che sia importante leggere bene le motivazioni quando ci saranno, ad oggi siamo il titolo. Così come sono stati condannati dai tribunali italiani quelli che hanno assaltato e devastato la nostra sede, credo che nel rispetto della democrazia e della nostra Costituzione chi si richiama al fascismo sta facendo un reato, quelle forze politiche vanno sciolte. Io credo che questo sia il modo per rafforzare la democrazia e la Costituzione in questo Paese. Siamo di fronte a un tema esplicito, che vale per l'Italia e per l'Europa, cioè siamo davanti al fatto che ci sono forme molto esplicite di richiamo al fascismo e al nazismo, a due fenomeni che hanno portato dittatura, violenza e ci hanno portato alla guerra, che hanno fatto chiudere Camere del lavoro, ucciso persone e che hanno portato violenza nella politica come elemento che ha messo in discussione la democrazia".