Giorgia Meloni al Giurì d'onore: la prima replica a Giuseppe Conte
Si è conclusa dopo un’ora l’audizione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni davanti al giurì d’onore della Camera. Tutto nasce dalla richiesta del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che vuole venga giudicata la veridicità delle affermazioni fatte dalla premier in Parlamento sul Mes. Nelle scorse ore è stato sentito anche il presidente grillino. Ora, dopo le due audizioni, il prossimo step della Commissione d’indagine “è quello di studiare e approfondire, mettere a confronto le dichiarazioni del presidente Conte con quelle della presidente Meloni, formarsi un'idea sugli atti parlamentari e su tutto ciò che è a disposizione della commissione, e successivamente redigere la relazione entro il 9 febbraio”, ha spiegato il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè.
“La relazione, secondo l'articolo 58, non è soggetta né a discussione né a votazione, viene letta in Aula e l’Aula ne prende atto”, ha proseguito Mulè. Sul possibile epilogo della vicenda, invece, il deputato ha detto scherzando: "1-X-2. Tecnicamente non c'è una sentenza. Il Giurì è chiamato a dichiarare la fondatezza o meno di alcune espressioni che sono state utilizzate dalla presidente Meloni, che il presidente Conte ritiene essere false e non veritiere. Quello è il compito del Giurì: giudica la fondatezza di ciò che è stato detto in Aula, se è fondato o non è fondato. E adesso vediamo se è fondato" quanto dichiarato dalla premier in Aula “in un discorso più ampio che riguardava il Mes e tutto quello che c’era intorno al processo di validazione del Mes”.
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Ciò che Conte contesta alla Meloni, fra le altre cose, è l'espressione “con il favore delle tenebre”. “L'espressione è quella riportata integralmente quando il presidente Conte ha chiesto al presidente Fontana di attivare la commissione di indagine. L'oggetto della commissione è quello”, ha chiosato Mulè.