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Soumahoro attacca l'Italia dall'estero: "Io l'unico nero, non è normale"

Alessandro Gonzato
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Un po’ Mandela, un po’ Martin Luther King. Soumahoro has a dream: vuole più africani a Montecitorio. «Sogno un parlamento in grado di rappresentare di più la diversità e la complessità dell’Italia», ha detto alla Camera, tono stentoreo e cravatta color vinaccia. «Quest’aula in cui si esercita la democrazia deve poter ospitare italiane e italiani di ogni provenienza ed estrazione sociale indipendentemente dal colore della pelle, della provenienza geografica, dell’orientamento sessuale e del credo religioso», ha aggiunto il deputato eletto con Verdi e Sinistra e balzato nel Gruppo Misto oplà- dopo l’indagine che poi ha portato agli arresti domiciliari moglie e suocera. A noi risulta che alla Camera oltre all’ivoriano Soumahoro ci siano la marocchina Ouidad Bakkali (Pd) e altri sei deputati nati all’estero, dal Belgio all’Argentina. Poi ci sarebbe anche la Schlein che di nazionalità ne ha tre, oltre a quella italiana, svizzera e statunitense, ma va beh. Quanto  all’orientamento sessuale ci sono onorevoli dichiaratamente gay, e nessuno - ci mancherebbe- ne ha impedito l’elezione o ne ostacola l’attività in aula.

DAL CONTINENTE NERO
Non importa, Soumahoro è perentorio: «Non trovo normale che io sia l’unico deputato “nero” a essere in parlamento», ha sottolineato. «L’Italia del futuro, se vuole avere delle chance, deve riuscire a valorizzare la diversità e la complessità in ogni articolazione della società». Soumahoro sembra soffrire della sindrome rancorosa del beneficiato: entrato a Palazzo da indigente o quasi, 9mila euro all’anno di reddito - questa la dichiarazione depositata a Montecitorio - ha decuplicato le entrate. Aboubakar in Italia ha trovato l’America, eppure non è che dipinga l’Italia così bene all’estero. «Nella mia intervista al quotidiano ivoriano Soir info», ha scritto sui social, «oltre ad aver ricordato il dramma delle morti in mare ho ribadito la necessità di cambiare radicalmente approccio nella gestione dei processi migratori. Serve una nuova visione che passi anche dalla capacità dei Paesi europei di saper valorizzare la diversità e la complessità che ormai fa parte in modo strutturale delle società occidentali». Soumahoro s’è messo in testa un’idea meravigliosa: vuole redigere il “Piano Mattei” con Giorgia Meloni.

 

«Chi sarà coinvolto all’interno della scrittura del Piano? », ha chiesto alla Camera. «L’Africa non vuole più piani scritti altrove (...). Sediamoci e scriviamo insieme». Per arrivare al Piano Mattei, Soumahoro ha preso la rincorsa: è partito dal colonialismo, concetto sintetizzato su Facebook: «Per il colonialista l’uomo bianco è la perfezione della virtù, l’essenza segreta che vi rivela la verità assoluta. In quest’ottica, gli “altri”, ovvero i “non bianchi”, non esistono. Purtroppo è in questa cornice razzista che si annidano fenomeni come il fascismo». Eccole le camicie nere! Torneranno di certo se non verranno eletti altri Soumahoro.

CHE IDEA
Già lì vediamo Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni a caccia di altri paladini degli immigrati, di eroi senza macchia che poi finiscono inzaccherati. Bonelli forse si commuoverà di nuovo presentandoli in conferenza stampa. Ricordate? «Ebbene, ho il piacere di annunciarvi che ha accettato di candidarsi con l’Alleanza Verdi e Sinistra Aboubakar Soumahoro. È un italo-ivoriano...», e qui la voce si rompe. «È laureato in Sociologia... Sono anche emozionato, devo dirvi, perché... sono molto emozionato». Bonelli quasi piange: che sentimentale il verde Angelo. 

 

«È una figura sindacale che da vent’anni difende le persone invisibili e dimenticate come le lavoratrici e i lavoratori della filiera agroalimentare». Soumahoro era ancora poco conosciuto dagli italiani. Moglie e suocera invece erano già ben note a chi stava investigando sulle cooperative “di famiglia” che si occupavano di immigrati. Torniamo al discorso di Aboubakar alla Camera: «Presidente, e per suo tramite vorrei rivolgermi al governo, intervengo come deputato della Repubblica italiana, il mio Paese. Ma intervengo come parlamentare della Repubblica italiana, nato sul continente africano, ma non per questo sono meno italiano, perché italiani si nasce e si diventa». Soumahoro alfiere dello ius soli. Pare che la Schlein, stratega alla Napoleone, ci stia pensando. Anzi no: era un sogno.

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