Abuso d'ufficio? Il Pd ora sbraita ma vuole abolirlo: ecco l'ultimo cortocircuito
Se state scorrendo queste righe siete dei lettori da record: fate parte dello 0,01% della popolazione in grado di iniziare un articolo dove compaiono nella titolazione le parole “abuso d’ufficio”. Ci siamo permessi di mettere alla prova la vostra pazienza, ma la colpa non è nostra. Dovreste prendervela con quei quotidiani – dal Corriere della Sera in giù - che ieri hanno aperto l’edizione sul voto con cui la commissione Giustizia al Senato ha detto il primo sì all’abolizione di questa tipologia di reato. Alcuni semplicemente registrando la notizia, altri, come Repubblica e Stampa, gridando allo scandalo.
Potremmo sintetizzare così la loro previsione: ora che è passata questa riforma, nella maggioranza già spolverano gli stivaloni da marcia su Roma. C’è anche chi, come Flavia Perina sulla Stampa, riconduce tutto a un vizio antico del Centrodestra, che da sempre quando è al governo tenta di ridurre all’impotenza la magistratura, con chiaro riferimento a Silvio Berlusconi. Repubblica, invece, sottolinea come le compagini renziane – sordide – si siano permesse di votare con la maggioranza. Che mancanza di coerenza. Per questo, quindi, ci tocca molestare il lettore (che se è arrivato qui fa parte dello 0,0001% etc.) per ricordare che non è vero niente. Anche il Pd ha sempre chiesto l’abolizione dell’abuso d’ufficio, salvo rimangiarsi tutto al momento del dibattito in aula. Come spiega il coordinatore dei sindaci Dem, il pesarese, Matteo Ricci, «l’abuso di ufficio è inutile, visto che il 98% delle indagini finiscono in assoluzioni e archiviazioni.
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Ma anche dannoso: quando arriva l’avviso di garanzia tanti bravi amministratori sono costretti a bloccarsi e a paralizzare l’azione di un Comune. Ogni firma diventa una paura». E il presidente dell’associazione dei sindaci – il Dem Antonio Decaro – conferma tutto: «Ogni giorno un sindaco deve decidere se firmare un atto, rischiando l’abuso di ufficio, o non firmarlo rischiando l’omissione in atti di ufficio. Sul tavolo c’è il rallentare procedure essenziali, come il Pnrr. Noi non vogliamo sottrarci ma servono leggi che ci permettano di lavorare. Questo abbiamo sempre chiesto». Sempre, o quasi. Se siete arrivati a queste righe siete dei lettori da Guinness: fate parte dello 0,00000001% della popolazione in grado di arrivare in fondo a un articolo dove compaiono nel titolo le parole “abuso d’ufficio”. Purtroppo non avete vinto nulla, ma siate comunque orgogliosi.
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