Marcello Degni, per lui si mette male: FdI vuole sentirlo al Senato
È arrivata ieri la solidarietà al “compagno-magistrato” Marcello Degni da parte del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea. «In ordine alla campagna mediatica orchestrata dalla destra il cui primo frutto velenoso è un’azione disciplinare che auspichiamo si risolva nel nulla», scrivono in nota congiunta Maurizio Acerbo, segretario nazionale, Giovanni Russo Spena, responsabile democrazia e istituzioni, e Gianluca Schiavon, responsabile giustizia, «speriamo non sia vietato essere antifascista, di sinistra e magistrato contabile, potendo ancora criticare maggioranza e opposizione parlamentari. La campagna contro Degni da parte della maggioranza e del governo è indegna. Il diritto di opinione e critica è costituzionalmente assoluto», continua la nota, «e non può essere limitato per magistrati contabili quando non incide su atti d’ufficio. Il rapido deferimento al procuratore generale di Degni è un atto grave di subalternità alle pressioni del governo che dovrebbe suonare come campanello d'allarme per la democrazia».
Critiche al “compagno-magistrato” sono arrivate invece da un vecchio comunista come il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca: «Ha ragione Meloni a rilevare che le forze di opposizione non hanno ritenuto di censurare in maniera netta e rigorosa il comportamento di questo consigliere della Corte dei Conti». A giudizio di De Luca «sarebbe stato bene» che tutte le forze politiche avessero espresso questa posizione.
In attesa che il procedimento disciplinare faccia il suo corso, ieri è stata anche formalizzata la richiesta di audizione di Degni alla Commissione affari costituzionali del Senato da parte del capogruppo di Fdi Marco Lisei: «È giunta l’ora di sentire cosa avrà da dire a sua difesa questo magistrato nominato dal Pd all’epoca di Gentiloni. Il suo atteggiamento stride platealmente col ruolo che ricopre e né la Schlein né il Pd hanno finora avuto il coraggio di prendere una posizione». Fra i post di Degni contro il governo di destra, ne è spuntato uno contro il meloniano Galeazzo Bignami. «Da italiano pensare che un magistrato così possa giudicare dei cittadini lo trovo inquietante».