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Pozzolo, il ferito risponde al deputato pistolero: rischio allontanamento da FdI

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Alessandro Gonzato
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Nell’aria, pesante come lo zolfo della polvere da sparo, c’è la sospensione dal partito. Trapela con insistenza il possibile allontanamento dal gruppo parlamentare della Camera. Da vedere se Emanuele Pozzolo giocherà in contropiede, all’ultimo minuto, e anticiperà la mossa facendo un passo indietro prima dell’inizio della conferenza stampa di inizio anno di Giorgia Meloni, fissata oggi alle 11. Pozzolo potrebbe finire nel Gruppo Misto, messo alla porta da Fratelli d’Italia. Questa la parte politica, e ci torniamo.

Sul fronte dell’inchiesta, invece, la versione di Pozzolo dalla cui pistola la notte di San Silvestro è partito un proiettile che ha ferito leggermente al gluteo sinistro Luca Campana, il genero del caposcorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, è completamente opposta a quella del malcapitato. «Non sono stato io a sparare», ha dichiarato il parlamentare, per il quale sarebbe stato Campana, dopo aver raccolto l’arma da terra, a premere accidentalmente il grilletto, ferendosi da solo. Era l’1.30 circa. Pochi secondi prima la mini-pistola, una North American arms calibro 22 più piccola del palmo di una mano, sarebbe caduta dalla tasca della giacca del deputato, questa la spiegazione di Pozzolo. Campana, 31 anni, elettricista premiato dalla sua azienda come dipendente dell’anno, risponde che lui quella pistola non l’ha mai toccata: «Le cose non sono andate come dice Pozzolo».

LA SERATA
C’è poi un testimone il quale sostiene che sarebbe stato il parlamentare a estrarre il revolver: «Cosa sia successo dopo e come sia partito il colpo nessuno di noi lo ha capito bene». Un poliziotto presente alla serata avrebbe detto questo a Repubblica: «Abbiamo avuto tutti paura, c’erano dei bambini. Pozzolo è arrivato a fine serata, stavamo andando via. Era allegro, ha tirato fuori la pistola senza che nessuno glielo avesse chiesto e all’improvviso è partito lo sparo. Ha tirato fuori la pistola dal taschino per mostrarla ai presenti», continua la ricostruzione. «Un gesto superficiale, assolutamente immotivato. È stato come se io tirassi fuori l’arma di ordinanza, una follia. In un secondo è partito il colpo. È successo sotto i miei occhi, l’hanno visto anche altre persone. Abbiamo tutti rilasciato le nostre dichiarazioni ai carabinieri». La festa, organizzata da Delmastro, si è svolta in una sala della Pro loco di Rovazza, nel Biellese, comune dov’è sindaco la sorella del sottosegretario, Francesca. Lei, come Delmastro, al momento dello sparo non c’era: il fratello stava caricando gli avanzi del cenone in auto, mentre il sindaco era già andato via. In queste ore sono state raccolte una ventina di testimonianze. Pozzolo è indagato (al momento un atto dovuto) per lesioni colpose aggravate e omessa custodia di armi. Si aspetta l’esito del test Stup: serve a rilevare eventuali tracce di polvere da sparo su mani e vestiti, che il deputato facendo leva sull’immunità parlamentare non avrebbe consegnato alle autorità. Nel frattempo emerge che Pozzolo ha comprato la mini-pistola dopo l’attentato all’ex leader di Vox, Alejo Vidal-Quadras Roca, a cui a inizio novembre hanno sparato in faccia ferendolo gravemente. Il particolare, riportato dal Foglio.it, è stato riferito da Enrico Maccapani, titolare dell’armeria “9 millimetri” di Vercelli: «Dopo l’attentato al cofondatore di Vox si sentiva in pericolo». Pozzolo e l’ex leader di Vox avevano portato avanti insieme una serie di iniziative contro il terrorismo islamico. La procura ha avviato l’iter per il ritiro delle altre sei armi del parlamentare.

 


ATTACCHI FRONTALI
L’avvocato di Campana sottolinea che ci sono 60 giorni per presentare querela, che ancora non hanno deciso. Dicevamo della politica. Giuseppe Conte ha caricato a testa bassa contro la premier: «Immaginiamo che sul caso Pozzolo non avrà difficoltà a intervenire, visto che non è membro di governo. Ma quand’era all’opposizione», ha scritto su Facebook, «molte volte ha invocato le dimissioni di membri di governo per comportamenti di certo meno gravi rispetto a quelli di alcuni suoi ministri e sottosegretari». Duro anche Matteo Renzi: «Quelli che la premier ha intorno, se li è scelta lei. Se davvero Giorgia fosse una statista li dovrebbe cacciare subito». Anche 5Stelle, Verdi e Sinistra - quest’ultimi hanno candidato in parlamento Soumahoro- invocano le dimissioni di Pozzolo e hanno annunciato un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi «per capire perché la prefettura abbia concesso il porto d’armi per difesa personale e se c’erano fondati motivi». 

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