Elly Schlein, il sondaggio della Stampa con i dati gonfiati
Punti di svista. «Quando Schlein ha vinto le primarie del Pd», scrive La Stampa, «i dem erano al 14%. Oggi navigano al 20: non era scritto». Infatti, non lo era per niente, perché quando Schlein ha beffato Bonaccini grazie ai voti di grillini e renziani che si sfregavano le mani di fronte all’ipotesi di una segretaria del Pd così, i Dem stando alla Supermedia dei sondaggi Youtrend/Agi erano al 16,9%, di fatto 3 punti in più della ricostruzione della Stampa. Il 3% in più, analizzando le ultime elezioni politiche, significa 900mila voti, questo per evidenziare la portata della svista, diciamo così.
IL PARADOSSO
La Supermedia Youtrend/Agi si basa sulle rilevazioni dei principali istituti demoscopici. Entriamo nel dettaglio: Schlein ha vinto le primarie il 26 febbraio 2023, la Supermedia del 23 febbraio come detto - dava il Pd al 16,9% (altro che 14) e il partito nelle due settimane precedenti era già cresciuto dello 0,7%, quindi la risalita non è stata nemmeno merito di Elly, piuttosto del ritrovato entusiasmo degli elettori dem per la probabile vittoria di Bonaccini.
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Va poi ricordato che il punto più alto della segretaria del Pd, sempre stando alla Supermedia Youtrend/Agi, è stato raggiunto a metà maggio, quando i Democratici erano quotati al 20,4, prima di scendere al 19,3 a fine novembre, il punto più basso della gestione Schlein. «Oggi il Pd naviga al 20%», sottolinea La Stampa. Il 20% rappresenta la soglia psicologica sotto la quale la Schlein finirebbe definitivamente sotto processo, e infatti l’obiettivo di Elly è di raggiungerlo alle Europee del prossimo giugno. E però il Pd oggi è molto più vicino al 19 che al 20: la Supermedia del 28 dicembre lo accredita al 19,3 (di nuovo al minimo del suo corso). L’ultimo sondaggio Swg per La7, del 20 dicembre, le dà un punto decimale in più. Ma la Schlein, al 20, non «naviga». Al limite spera nel vento.
Perfino la tragicomica gestione Letta aveva portato i Dem oltre il 20%: a inizio marzo 2022 la Supermedia dava il Pd al 21,5. Le urne delle elezioni di settembre 2022 - inevitabile considerando i pasticci combinati nel tempo da Letta - hanno detto 19%, che è poco meno di quanto viene stimata oggi la Schlein. Un possibile titolo, dopo le Europee, potrebbe essere «Elly peggio di Enrico», ma vedremo.
La Schlein, leggiamo sulla Stampa, «con la sua personalità ha portato una ventata d’aria nuova: e le due arie nuove- la sua e quella della prima donna premier - spesso si incontrano e sono fulmini e tempeste (...). Puntano, in tutta chiarezza, a giocarsela tra di loro. Le Europee saranno il primo banco di prova. E la sensazione», chiude il quotidiano progressista, «è che non finirà lì». Non si capisce se il riferimento sia alla sfida elettorale tra il Pd e Meloni, dato che Fdi è davanti di una decina di punti rispetto ai dem, e quella di un testa a testa al momento sembra un’ipotesi piuttosto bizzarra. E allora che quel «non finirà lì» voglia dire che la Schlein non verrà disarcionata dopo le Europee? In tal caso non sappiamo se sia un’analisi, un auspicio o un timore.
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LE ANALISI
A ogni modo per non correre il serio rischio di finire gambe all’aria Elly dovrà superare il 20, percentuale che per i sondaggisti più arditi di area Dem avrebbe già superato, ma alcuni di loro sono addirittura assessori in giunte comunali capeggiate dal Pd. Ciò che conta, in attesa del voto, sono le medie dei sondaggi, che non sono la Bibbia ma danno un quadro piuttosto preciso della situazione. La stessa che dava il Pd praticamente al 17 quando è stata nominata la Schlein, che però per La Stampa era il 14. Per il giornale progressista, nel 2023, Elly ha meritato 6 in pagella: «Non l’hanno vista arrivare ma l’hanno vista correre», hanno scritto. Punti di svista. Alla Stampa, forse, non hanno controllato bene i numeri. Può capitare.