No al Mes, fonti di Palazzo Chigi: cosa succederà ora
"Il governo regge". A chiarirlo subito è Paolo Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia, dopo il caos sul Mes che ha visto maggioranza e opposizione spaccarsi trasversalmente alla Camera. Alla fine ha vinto il "no", con i voti di Fratelli d'Italia, Lega e Movimento 5 Stelle, a fronte del "sì" di Pd, Azione e Italia Viva e delle astensioni di Alleanza Verdi e Sinistra e della stessa Forza Italia.
"Tajani ha chiarito a Meloni e Salvini che se il Mes fosse andato in aula avremmo avuto questa posizione. Nessun blitz. Comunque il governo regge, è solido, non vi preoccupate", le parole di Barelli, intercettato in Transatlantico."Sul Patto di Stabilità si è ottenuto tutto quello che si poteva ottenere e abbiamo portato a casa un risultato importante sull'immigrazione. Per noi arrivavamo a Natale con questo. FI avrebbe preferito che oggi fosse stata la celebrazione di un successo, potevano non accogliere nulla delle nostre proposte e poi passato in secondo piano il fatto storico della solidarietà sui migranti", ha aggiunto.
Fonti di Palazzo Chigi hanno definito la scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica del Mes come "l'occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all'intera Eurozona". In altre parole il "no" non è un "no al Mes" in senso assoluto, ma un "no a questo Mes", che rischierebbe di sfavorire particolarmente proprio l'Italia in caso di ricorso in situazioni d'emergenza. Non si tratta dunque di una guerra all'Europa tout court, ma di un modo di riproporre la questione in altri termini, partendo dal punto fermo dell'avversione del Parlamento italiano. Se ne riparlerà, dunque, molto probabilmente dopo le Elezioni europee del 2024 quando probabilmente saranno cambiati anche gli equilibri politici a Bruxelles.
Peraltro, sempre fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che “si tratta di un'integrazione di relativo interesse e attualità per l’Italia, visto che come elemento principale prevede l’estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente". "In ogni caso – sottolineano le fonti – il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria".
Rivelano i retroscena da palazzo come la decisione di sbarrare la strada al Mes di fatto fosse già stata presa mercoledì mattina da FdI e Lega. Non comunicata prima perché era ancora in corso la partita sul Patto di stabilità. Il partito di Matteo Salvini era a favore del voto contrario subito, senza attendere gennaio. Poi ieri sera, quando - dopo l'adesione all'intesa sulle regole europee - si era affacciata l'ipotesi di un nuovo slittamento del dossier, FdI ha accelerato chiedendo la convocazione della Commissione Bilancio per questa mattina, con la relatrice Lucaselli che ha illustrato il parere negativo. Una accelerazione che ha sorpreso Forza Italia, ma pure l'opposizione.