Atreju, Edi Rama smonta i gufi che tifano contro Meloni: "Contro i pronostici"
Non c'è nulla di incostituzionale nel patto sui migranti tra Tirana e Roma. Ne è certo il premier albanese Edi Rama che si dice per questo "fiducioso" sull'esito del ricorso presentato dall'opposizione albanese alla Corte Costituzionale che ha bloccato la ratifica dell'accordo da parte del Parlamento di Tirana. Sul palco di Atreju a Castel Sant'Angelo a Roma, il premier ha detto di attendere "con calma la decisione", sottolineando che la Corte "ha fatto il suo dovere" accogliendo il ricorso. Questa è "la prova che l'Albania è un Paese democratico", ha puntualizzato Rama criticando quanti "non hanno fatto niente" eppure "fanno la morale". "Io dico o ci dite come fare meglio o state zitti", ha tuonato Rama tra gli applausi anche della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, seduta in prima fila ad ascoltarlo.
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"Se noi fossimo la Francia", ha aggiunto il premier albanese, "e avessimo fatto questo accordo per fare un centro di accoglienza, non solo nessuno si scandalizzerebbe ma direbbe finalmente la Francia sta accogliendo un po' di più. Ma noi non siamo la Francia e non siamo neanche la Grecia". La Grecia, ha spiegato, "è un Paese vicino, membro dell'Unione europea e ha più di un centro di accoglienza ma nessuno ne parla". Un accordo del genere, si è chiesto Rama, "quando si fa in un Paese dentro l'Unione è bene e quando si fa con un Paese europeo che è dall'altra parte del mare e che se non è nell'Ue è comunque dentro l'Europa si deve fare tutto questo? Io non capisco. I francesi non li vorrebbero? E perchè? I francesi non li vogliono, gli albanesi li accettano e il problema sono gli albanesi?".
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Detto questo, Rama ci tiene a sottolineare che "non accetterei altre richieste" di accordo sui migranti come quello stretto con l'Italia "da altri Paesi Ue". "Abbiamo avuto altre richieste" da "Paesi cugini", ma "abbiamo detto no", rivela il premier albenese specificando che "l'Italia non è un Paese cugino è un fratello, una sorella". Secondo Rama l'Italia, a differenza di altri, "non sta solo cercando un posto dove trasferire il problema" dei migranti "ma sta cercando di allargare lo spazio per gestire questo percorso". Rama ribadisce poi che l'accordo stretto con Meloni è stato fatto "per le rispettive patrie". E a chi chiede: cosa ci guadagna l'Albania risponde: "E cosa ci guadagnava l'Italia nell'accogliere gli albanesi dal 1990?". "Dopo il terremoto", prosegue il premier, "ho visto i vigili del fuoco venire in Albania: era una notte molto fredda ma loro entravano sotto le macerie per salvare le vite degli albanesi e cosa hanno chiesto all'Albania? Soldi? No, lo hanno fatto e sono andati via. Quindi perchè dovevamo chiedere soldi all'Italia? Abbiamo dato disponibilità nel nostro territorio e collaborazione", ha aggiunto Rama. "Se funzionerà sarà un bene, sennò avremo fatto tutto per farlo funzionare".
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Quanto al ruolo di Giorgia Meloni in Europa, Rama non ha dubbi: "Sta facendo qualcosa di importante: passare dal sovranismo nazionale alla ricerca di un sovranismo europeo, nel senso che l'Europa deve svegliarsi e capire come muoversi per le prossime generazioni". "È andata contro tutti i pronostici dell'apocalisse fascista", ha aggiunto, "e ha cercato di convincere l'Europa che bisogna lavorare insieme". Applausi dalla platea.
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