Otto e Mezzo, Mario Sechi inchioda Giuseppe Conte: "Superbonus, bancomat per criminali"
"Questa del fondo salva-Stati del Mes è un'altra storia all'italiana", nota Lilli Gruber durante il dibattito a Otto e mezzo con Mario Sechi, direttore di Libero, Marco Travaglio direttore del Fatto quotidiano e Lina Palmerini firma del Sole 24 Ore.
"Siamo l'unico paese che non l'ha ratificato e lo farà. Che idea ti sei fatto dello scontro tra Giorgia Meloni e Giuseppe Conte? Conte parla della doppia morale della Meloni anche sul Superbonus, ricordiamo che esponenti di Fratelli d'Italia ne avevano chiesto la proroga. Perché usare la clava contro i 5 Stelle?", chiede la padrona di casa a Sechi.
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"Perché i meccanismi di controllo del Superbonus e dei bonus edilizia non hanno meccanismi sanzionatori né sedi di controllo. E infatti è diventato una sorta di bancomat per criminali, truffatori e bande di tutte le risme. Andava bloccato, perché era stato concepito male, e l'ha dovuto fare il governo di Giorgia Meloni", premette il direttore di Libero.
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Per quanto riguarda Conte come avversario politico, nota ancora Sechi, l'ex premier "si presenta come uno che è arrivato ieri e non ha partecipato alla politica italiana finché non è passato all'opposizione ma non è così. Conte è un pezzo importante di una stagione che è stata una eccezione: arriva come Signor Nessuno, prima che diventasse presidente del Consiglio nessuno sapeva chi fosse, faceva l'avvocato e poco altro si sapeva della sua biografia, e già questo è stato un fatto abbastanza straordinario. Diventa premier in un governo gialloverde, 5 Stelle e Lega, e si presenta come avvocato del popolo. Chiamiamolo un politico sovranista per ragioni di sintesi. Poi si auto-ribalta, diventa un sincero democratico di sinistra, dipinto addirittura come un punto di riferimento dal segretario dem Zingaretti, e governa con il Pd".
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"E quindi?", domanda ancora la Gruber. "E quindi è incoerente - sintetizza Sechi -, è un facile bersaglio. E' incoerente e ha anche un bel po' di faccia di bronzo, che in politica può essere una risorsa ma se ne hai troppa può essere un problema". E Travaglio, che di Conte è il consigliere se non addirittura, per i più maliziosi, il burattinaio dietro le quinte, non può far altro che ascoltare in silenzio.