Giuseppe Conte alla Meloni: "Chi devi cacciare dal governo"
"Un ultimo appello" alla premier Giorgia Meloni, affinché assuma "finalmente decisioni chiare sulle condotte" di Andrea Delmastro, Daniela Santanché, Vittorio Sgarbi.
A lanciarlo il leader del M5s Giuseppe Conte, in una lettera aperta pubblicata sulle pagine di Repubblica in cui richiama tre casi spinosi a cui si sommano le vicende di altri esponenti del governo e della maggioranza, come il ministro Francesco Lollobrigida (la discesa dal Frecciarossa "un privilegio che rimanda a una classe politica arroccata arrogantemente nei propri privilegi") e "la sconcertante vicenda di Gasparri" con la sua "oscura attività di lobbismo".
"Spetta a lei il compito di salvaguardare l'onore e il prestigio delle istituzioni. Non sono forse valori che allignano anche nella sua tradizione politica?", chiede l'ex presidente del Consiglio rivolto a Meloni, rimarcando che "il nostro primo obiettivo è salvaguardare l'istituzione di governo. Una istituzione che non è sua oggi, come non era mia quando ero a Chigi e ho scelto di revocare l'incarico di un sottosegretario, oltre che di accettare le dimissioni di un viceministro per salvaguardare i valori dell'etica pubblica e per tutelare la trasparenza e la credibilità dello Stato".
"Auguriamo ai membri del suo governo coinvolti in procedimenti penali - prosegue Conte - di potersi difendere efficacemente in giudizio, con tutte le garanzie del giusto processo. Il compito del Presidente del Consiglio è però quello di assicurare che gli esponenti di governo svolgano le proprie funzioni con 'onore e disciplina', come prescrive la nostra Costituzione. Al di là delle vicende giudiziarie, che poi si risolvono nei tribunali, esistono ragioni di opportunità politica".
Per il leader pentastellato, se Meloni "compirà la scelta giusta, anche la mia forza di opposizione riconoscerà la serietà di questo suo gesto di responsabilità politica. La sua inerzia contribuirebbe a far perdere a tanti cittadini la speranza che qualcosa possa cambiare. Una speranza che è ridotta al lumicino: sempre più italiani si allontanano dalla politica, si astengono, non partecipano più alla vita democratica perché non ritengono più credibile la classe politica. Non possiamo permettere che quella luce si spenga del tutto con una sorta di 'restaurazione' fatta di privilegi e di una classe politica occupata a proteggere se stessa, ma sempre più distratta rispetto alle attese dei cittadini, ai loro diritti, ai loro sogni", conclude Conte.