Firenze, "regalo al centrodestra": sinistra allo sbando, ecco cosa accadrà
A Firenze il centrosinistra litiga e il centrodestra prova ad approfittarne e far diventare contendibile una delle storiche roccaforti della sinistra in Toscana. Ad accendere gli animi è stato il solito Matteo Renzi che ieri ha convocato una conferenza stampa nel quale non ha lanciato la candidatura di Stefania Saccardi e ha sfidato il Pd e il resto del centrosinistra a fare le primarie. «Lanciamo un appello - ha spiegato l’ex premier -: se davvero il centrosinistra fiorentino non vuole tradire se stesso faccia le primarie. Chi ha paura di quello strumento ha paura della democrazia». Poi, parlando a quella che fino a ieri sembrava l’unico candidato possibile, l’attuale vice sindaca Sara Funaro, dice: «Lei ha iniziato a fare politica con la lista Renzi e nel 2009 furono le primarie a permettere a gente come lei di avvicinarsi alla politica. Per questo sogno una sfida tra Saccardi, l’ex assessore comunale Cecilia Del Re e Funaro. Sarebbe una grande festa della democrazia».
Renzi, forse fiutando l’aria non troppo favorevole alla sua proposta, stuzzica i dem: «Il principale alleato del centrodestra è la chiusura del Pd». E non le manda a dire nemmeno a Tommaso Montanari (il rettore di Siena) che «non si candiderà con una sua lista.
Lo conosco fin dal liceo, lui le battaglie di coraggio non le ha nel dna». Infine lancia una convention per il 29 gennaio, a Firenze, «per parlare del futuro della città» e avvisa il governatore Giani. Già, perché la Saccardi è la vice governatrice e ha chi gli fa notare che il Pd potrebbe chiederne le dimissioni, risponde sornione: «Se le chiederanno usciremo dalla giunta regionale e da tutto il territorio toscano, non è un problema. Ma Giani è un ragazzo intelligente, non credo gli convenga: si metterebbe nelle condizioni di rischiare la tenuta della Regione...». Non la pensa così il Pd fiorentino, che respinge al mittente candidatura alternativa e primarie. Spiega Andrea Ceccarelli, segretario cittadino dem, che «la base del partito ha approvato con oltre l’80% il percorso indicato (cioè la candidatura di Sara Funaro, ndr) e l’alleanza è oggi larga e compatta». Insomma, se Renzi ci sta, bene, altrimenti faccia pire da solo. Quest’ultimo però è un rischio che potrebbe costare caro al Pd, perché in città Renzi conta ancora parecchio e in caso di ballottaggio potrebbe essere decisivo.
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Dall’altra parte c’è il centrodestra che, salvo colpi di scena (ieri lo stesso Renzi ha parlato di una «sorpresa nel cappello») sembra marciare compatto sul nome di Eike Schmidt, il sovrintendente degli Uffizi. Il “neo italiano” in città è ben voluto e molto rispettato. Piace soprattutto a Fratelli d’Italia, ma non dispiace affatto alla Lega (Salvini la scorsa settimana lo ha incontrato in una visita privata prima della manifestazione di Identità e Democrazia) e nemmeno a Forza Italia. Insomma sembrerebbe essere l’uomo giusto al posto giusto per provare a giocarsela. Con lui, spiegano nel centrodestra, il ballottaggio è assicurato, anche perché potrebbe essere in grado di intercettare quell’elettorato moderato che vota centrosinistra per abitudine, ma che davanti a un profilo come quello del direttore degli Uffizi potrebbe essere tentato di cambiare bandiera.
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Se la discesa in campo di Schmidt non dovesse andare in porto ci sono pronte tre candidature di bandiera tra cui scegliere. Fratelli d’Italia punterebbe su Paolo Marcheschi, attuale senatore, che a Firenze ha una lunga esperienza tra consiglio comunale e regionale. Forza Italia sul consigliere regionale Marco Stella, mentre la Lega manderebbe avanti Giovanni Galli, l’ex portiere di Fiorentina, Milan e Napoli, attualmente in consiglio regionale con il Carroccio. L’unico, fanno notare i leghisti, ad essere riuscito ad andare al ballottaggio, nel 2009 contro Renzi.
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