Wilders vince, Fidanza irride la Schlein: "Anche in Olanda effetto Elly"
In Olanda vince il sovranista Geert Wilders e straperde Frans Timmermans, l'ex potentissimo commissario Ue che si era dimesso in estate da Bruxelles proprio per potersi dedicare alle elezioni nei Paesi Bassi sperando di diventare premier. Obiettivo fallito, anche piuttosto clamorosamente.
Il Partito della Libertà (PVV) di Wilders si dovrebbe aggiudicare 35 e o 36 dei 150 seggi complessivi in Parlamento, mentre l'alleanza laburista-verde di Timmermans si fermerà a 25 seggi. Il crollo vero è dell'ex premier Mark Rutte, con i liberal-conservatori di VVD che perdono 10 seggi scendendo a 24. Entrerà in Parlamento il partito degli agricoltori, che si alleerà verosimilmente con Wilders.
Esulta la destra europea, da Viktor Orban (che twitta The wind of change, il vento del cambiamento, presagendo spallate in sede Ue) a Marine Le Pen. E soprattutto in Italia, dai leghisti Matteo Salvini ("Congratulazioni all’amico Geert Wilders, leader del PVV e storico alleato della Lega, per questa straordinaria vittoria elettorale.
Una nuova Europa è possibile: appuntamento domenica 3 dicembre a Firenze") e Claudio Borghi.
Ma anche da Fratelli d'Italia non mancano esultanze soprattutto in chiave "italiana". Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI-Ecr all'Europarlamento, ricorda come "dopo l'Argentina, l'effetto Schlein si abbatte sulle elezioni olandesi. Anche in questo caso non è bastato l'accorato endorsement della segretaria Dem per evitare all'ex Commissario Ue alle eurofollie green Frans Timmermans e al suo listone rosso-verde una sonora sconfitta".
"Al contrario, pur in un quadro estremamente frammentato, c'è stata una netta affermazione delle forze di centrodestra e di destra. Ora, nel rispetto delle diverse sensibilità che hanno portato alle contrapposizioni del recente passato, l'auspicio è che si possa costruire anche in Olanda una stagione di buon governo e di libertà con una forte e ampia coalizione di destra-centro, senza preclusioni di sorta. Una transizione ecologica a misura di imprese e agricoltura e un rinnovato impegno per la difesa dei confini esterni dall'immigrazione irregolare, come già avviato con il sostegno del premier Rutte all'accordo Ue-Tunisia voluto da Giorgia Meloni, potranno essere terreni di incontro fertili con il governo italiano. Buon lavoro a chi dovrà tentare di costruire questa nuova prospettiva", conclude il meloniano.