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Sciopero, Pd fuori controllo: Salvini? "C'è tanfo di olio di ricino"
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Prosegue il braccio di ferro sullo sciopero del 17 novembre, su cui Cgil e Uil non intendono cedere di un passo. E così, dopo la sentenza del Garante sugli scioperi - che ha dichiaro senza requisiti la mobilitazione - ecco che è arrivata la risposta di Matteo Salvini. Il ministro dei Trasporti ha firmato la precettazione. Quanto basta a scatenare il Pd che, di fronte alle emergenze, non fa che cavalcare l'onda. "Impressionano le dichiarazioni degli esponenti del governo Meloni sullo sciopero. Penso a quella del ministro degli Esteri Tajani, entrato ormai in competizione elettorale con l'altro vicepresidente del Consiglio, e a quella dello stesso Salvini, che ormai fa dell'insofferenza verso i diritti costituzionali la sua battaglia quotidiana". Parole che arrivano da niente di meno di Francesco Boccia, presidente dei senatori dem.
È lui a trovare "curioso che l'opposizione non possa criticare una autorità ripiena di componenti politicamente schierati e quindi minata nelle sue fondamenta di terzietà, come la Commissione Garanzia sciopero, quando ogni settimana, destra e governo passano il tempo a criticare Corte dei Conti, UPB, e altre istituzioni terze colpevoli di mettere in evidenza numeri e atti che determinano danni per il paese causati dalle scelte sbagliate del governo di Giorgia Meloni. Nel merito poi non è certo un legittimo sciopero contro questa manovra che crea problemi ai lavoratori, che aderiscono volontariamente e pagano di tasca propria, ma sono proprio le scelte del governo contestate che creeranno problemi seri a famiglie, lavoratori e imprese".
Da qui il solito gratuito attacco all'esecutivo: "Capiamo che l'idea di democrazia che ha la destra sia diversa dalla nostra, ma qui si tratta di rispettare diritti costituzionali e non è certo il governo a stabilire quale sia il momento giusto per uno sciopero generale. E nelle parole di Salvini, che annuncia che 'chi disobbedirà alla precettazione subirà conseguenze', sentiamo odio verso i lavoratori e un preoccupante tanfo di olio di ricino".
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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