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Anpi, l'ultimo delirio: "Norma Cossetto denigra la resistenza"

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Massimo Sanvito
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C’è un signore, tale Mario Anzani, che ricopre la carica di presidente della sezione Anpi di Rho (hinterland nord-ovest di Milano, ndr) e forte di questa posizione si oppone all’intitolazione di spazio pubblico a Norma Cossetto, come proposto dal gruppo consigliare di Fratelli d’Italia. Fin qui nulla di strano: l’odio ideologico rosso, unito alla volontà di ridurre a quisquilie la tragedia delle foibe e la pulizia etnica di matrice comunista lungo il confine orientale, continua ad accecare i partigiani e i loro discendenti.

A preoccupare sono le motivazioni del “no”, contenute nella pagina di osservazioni inviata al Comune a guida centrosinistra. L’Anpi chiede al sindaco di «non tralasciare la brutale aggressione subita dalla Jugoslavia da parte delle milizie naziste e fasciste né le atrocità commesse da dette milizie contro la lotta partigiana capeggiata da Josip Broz Tito». E ancora: l’infoibamento di decine di migliaia di uomini, donne e bambini, uccisi per la sola colpa di essere italiani, viene bollato come «una macchia nelle pagine gloriose della Resistenza jugoslava, nei cui confronti non ci possono essere giustificazioni ma nemmeno strumentalizzazioni tese a denigrare nel suo complesso la Resistenza». Cosa c’entri Norma Cossetto in tutto ciò, e in che modo il ricordo di questa studentessa violentata e uccisa dai partigiani slavi possa offendere l’Anpi, non è dato sapersi.

 

«Parole vergognose, che dimostrano l’imbarazzo della sinistra di fronte ad una pagina terribile della storia italiana», dice l’europarlamentare di Fdi, Carlo Fidanza. «L’Anpi continua a spargere falsità e odio pur di poter continuare a svolgere un tanto malcelato quanto fallace ruolo di fiancheggiatore di una parte politica», attacca il deputato di Fdi eletto a Rho, Marco Osnato. «Sono un insegnante e pensare che qualcuno possa dire certe cose su Norma Cossetto è prima di tutto anti-educativo, al netto della politica», spiega Andrea Recalcati, capogruppo di Fdi a Rho, che insieme al collega Claudio Scarlino ha firmato la mozione della discordia. Secondo i partigiani di Rho, però, è sbagliato «proporre l’intitolazione di vie o spazi pubblici a singoli martiri delle stragi». Norma Cossetto fu catturata, incarcerata, legata a un tavolo, torturata e violentata fino a svenire. Poi fu legata insieme ad altri prigionieri con fili di ferro, nuovamente stuprata e poi gettata nella foiba di Villa Surani ancora viva. Nel 2005 le è stata assegnata la Medaglia d’Oro al merito civile ed è diventata il simbolo di un dramma per troppi anni insabbiato e sottaciuto. Cara Anpi di Rho, se tutto questo non può bastare per intitolare a Norma una via o un giardino, non significa solo essere dalla parte sbagliata della Storia ma sopratutto essere al di fuori della realtà.

 

 

 

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