Pd, ansia per le bandiere pro-Hamas: Elly Schlein rischia figuracce
Povera Elly, a volte fa tenerezza. Le arriva la grande occasione per portare il suo popolo finalmente in piazza, ed ecco immancabili i problemi. Ora che si avvicina la sua “prima” con la manifestazione di sabato a Roma, ha paura che la Palestina le rovini la festa. No, per carità, non ci sono minacce terroristiche su piazza del Popolo; il timore più grosso è quello rappresentato dalle bandiere palestinesi. E se le vedono nei telegiornali, che penseranno del Pd gli alleati occidentali? E così si sfiora il dramma, che figura ci facciamo, se succede faremo una figura barbina in tutto il mondo. Anche se, a dire la verità, non proprio tutti stanno a guardare che fanno quelli del Partito democratico. L’Occidente guarda altrove. Lei, la Schlein, voleva tanto parlare (male) di governo Meloni, raccontare dei tagli (inesistenti) alla sanità, contestare le riforme (invece) servono per cambiare la Costituzione, e invece no. A guastare tutto ci pensano proprio i filopalestinesi. Decisamente sfortunata la Schlein, che deve faticare da matti per tenere insieme un partito che ha già troppe voci una contro l’altra per potersi permettere il Medio Oriente in casa sua.
La segretaria del Pd, con il candore che la caratterizza, ha chiesto ai dirigenti del partito di organizzare il servizio d’ordine per impedire robe modello Hamas in piazza. Evidentemente le voci arrivano, ci potrebbero essere “ospiti” non esattamente in linea con le sue parole d’ordine, ammesso che qualcuno le abbia comprese. «Ma non siamo il Pci», ha sussurrato uno dei dirigenti più allineati del nuovo corso. «Ah no?», ha replicato Elly. E quindi siccome ogni suo desiderio è un ordine, dal Nazareno hanno cominciato a selezionare i compagni più atletici per bloccare eventuali provocatori. Ora ci sono troppi fighetti nei dem, bisogna reclutare nerboruti come quelli di un tempo. «Il servizio d’ordine c’è», assicura Igor Taruffi, che della Schlein è braccio destro, avendo assunto l’incarico di responsabile organizzativo del Pd. Il suo sarà il compito più delicato, rischia di fare la parte dell’agnello sacrificale. Ma il guaio lo ha combinato proprio Elly. A caccia di argomenti per la piattaforma della manifestazione, nel frullatore di piazza del Popolo ha infilato anche la pace. E qui sono cominciati i patemi d’animo, “adesso chissà che succede se quelli si presentano”. Anche perché nelle manifestazioni filopalestinesi i toni sono stati tutt’altro che pacifici e se poi come a Milano si presenta pure un exbrigatista rosso, addio Pd... In quei cortei, dopo l’attacco spietato di Hamas del 7 ottobre, è stato un tripudio di bandiere nero, bianco, verde e rosso della Palestina. Con tanto di accuse allo Stato ebraico di genocidio e apartheid. Il clima, come si può capire, è abbastanza acceso di suo e non sarà facile calmare i bollori di qualche esagitato.
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Per questo Schlein si sforza da giorni a dire che in piazza ci saranno solamente bandiere del Pd e della pace. Nessuna bandiera della Palestina, quindi, né di Israele: ci mancherebbe, rischia davvero in quel caso gli scontri tra i suoi. Sembra una replica di quei tanti 25 aprile che hanno visto le contestazioni al passaggio della Brigata Ebraica. Il problema è che la vasta mobilitazione promossa dal Nazareno porterà a Roma tanta gente da tutta Italia. E come faranno a fermare i pacifisti a senso unico? Tra le file dei militanti ed elettori del partito, Israele non ha molti amici. E al Nazareno lo sanno benissimo. Sarà dunque una vigilia d’ansia per la leader del Pd, alla sua prima prova di maturità per la comunità che il congresso ha chiamato a guidare. Già i sondaggi la preoccupano, visto che non riesce a schiodare da quella quota 20 per cento che sembra insuperabile. Se poi ci si metteranno anche le provocazioni che certo non potrà attribuire alla destra, si comprende bene che la Schlein non vedrà l’ora di vedere la fine di una manifestazione che comincia a maledire. Bandiera rossa rischia la fossa.
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