Accordo Italia-Albania, "l'ha già fatto Giuseppe Conte": la sinistra attacca? FdI zittisce tutti
"Rispettiamo il Parlamento": le opposizioni contro il governo per l’accordo tra Italia e Albania sui migranti. La richiesta delle minoranze è il passaggio del testo alle Camere. Mentre la maggioranza replica: "Gli accordi in forma semplificata non prevedono la ratifica". Alla Camera scoppia così il caos nei dieci minuti prima del voto finale sul decreto Caivano. Ad accendere la polemica sono state le parole del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, che ha spiegato che sull’accordo Roma-Tirana non è previsto alcun passaggio parlamentare.
"Chiediamo un’informativa urgente al ministro affinché riferisca sulle sue gravi dichiarazioni perché riteniamo che il trattato debba passare dalle Camere", ha detto Alfredo Colucci del M5s. Uguale l'opinione del dem Vincenzo Amendola: "Il Parlamento ha diritto di conoscere il testo, il Parlamento non è un dettaglio", e di Nicola Fratoianni: "Il Parlamento non può essere trattato in questo modo".
Dal centrodestra a rispondere è stato, tra gli altri, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti: "Gli accordi in forma semplificata sono previsti e come noto, la loro sottoscrizione non porta ad alcun tipo di ratifica". E ancora: "A chi dice che con un procedimento di natura eversiva il presidente del Consiglio avrebbe sottoscritto un trattato, che non è trattato, e non l’avrebbe sottoposto alla ratifica del Parlamento vorrei fare presente che a proposito di trattati quello del Mes sottoscritto dal governo Conte non è mai stato ratificato dal governo Conte".
"Occorre distinguere tra trattato e memorandum - ha proseguito Foti -. Come si vede la gamma è molto più ampia. Poi mi risulta anche che vi sia stato in passato un memorandum del governo Gentiloni riguardante la Libia. E non mi ricordo che quel memorandum sia stato attenzionato dal Parlamento. La differenza tra comunicazioni e ratifiche è sostanziale. Sul piano politico, squisitamente politico, valuterà la presidenza della Camera, in relazione alle obiezioni di natura politica che sono state formulate, come rapportarsi con il governo".