Marta Fascina torna in aula, parte la conta tra i deputati: ecco la posta in gioco
Dallo scorso 12 giugno, giorno della morte di Silvio Berlusconi, Marta Fascina non aveva più messo piede in Parlamento. L'ex compagna del Cavaliere si è defilata, ha vissuto il lutto, che secondo quanto trapelato è stato ed è tutt'ora molto doloroso. Ora, però, riprende l'impegno politico: a metà del pomeriggio di oggi, martedì 7 novembre, ecco che Marta Fascina ha fatto capolino in Transatlantico.
Alla Camera si votava il decreto Caivano, un voto a cui la vedova Berlusconi ha preso parte. E il ritorno in Parlamento ha ulteriori, e importanti, riflessi politici. In Transatlantico, infatti, tra i divanetti rossi e lungo il corridoio dei passi perduti, gli onorevoli di maggioranza e non solo hanno iniziato a far di conto: sullo sfondo il premierato, la riforma costituzionale varata dal governo Meloni. Già, in Parlamento per approvare una riforma di rango costituzionale servono voti. E così, quegli stessi voti, iniziano ad essere contati, pesati. Ragione per la quale il ritorno di Marta Fascina in aula proprio in questo momento assume un'importanza ulteriore.
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Per varare la riforma senza che sia necessario il ricorso al referendum servono due terzi dei sì dell'aula. Obiettivo che però non è affatto dei più semplici. Sulla carta alla Camera i favorevoli sarebbero 248 e 115 al Senato: si è lontani, insomma, dalla maggioranza dei due terzi, rispettivamente a quota 266 e 133. Si pensi infatti che FdI ha 118 deputati e 63 senatori, la Lega 66 e 29, Forza Italia 44 e 17, Noi Moderati 10 e 6, e i renziani 10 e 6. Gli 11 deputati e i 4 senatori di Azione vanno conteggiati nel fronte contro, che vede il Pd con 67 deputati e i 37 senatori, il movimento 5 stelle con i suoi 52 deputati e 28 senatori, oltre a Avs e Azione. Per Misto e Autonomie si vedrà. Ma i lavori sono appena iniziati. Ogni singolo voto pesa e conta. Tantissimo. Compreso quello di Marta Fascina...
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