Migranti in Albania, Fazzolari: "Ma quali aperitivi..."
«Altro che gossip su gite in barca e aperitivi...». La tappa agostana di Giorgia Meloni in Albania si è rivelata una vera e propria “vacanza intelligente”, contribuendo – eccome – a far ottenere all’Italia uno «storico accordo» di cooperazione su uno dei dossier più delicati: il contrasto dell’immigrazione illegale e di massa. Una “prima” in tutti i sensi in Europa: come spiega a Libero il sottosegretario nonché braccio destro della premier Giovanbattista Fazzolari, nessuno dentro l’Unione europea, fino ad ora, «era mai riuscito a coinvolgere un Paese terzo con l’obiettivo di gestire insieme la dinamica dei flussi illegali». C’è aria di grande soddisfazione a Palazzo Chigi a margine della firma che ieri ha sancito l’intesa fra Roma e Tirana in materia di gestione della pressione migratoria. Un colpaccio che, a quanto risulta al nostro giornale, ha destato scalpore, stupore e soprattutto un po’ di sana invidia anche fra diversi partner europei. Di certo, come osserva il sottosegretario, si tratta di «una dimostrazione di forza diplomatica dell’Italia: possibile grazie all’enorme credibilità conquistata da Giorgia Meloni non solo nei confronti di un Paese “amico” come l’Albania ma anche nei confronti della Commissione europea».
MESI DI LAVORO
Un protocollo, quello ufficializzato fra Meloni ed Edi Rama, a cui si è lavorato per mesi. E che ha trovato proprio nel soggiorno “albanese” della premier – a metà agosto, come confermato da Rama – la sua messa a terra. Notizia completamente bucata da chi, quest’estate, parlava di «giallo» sull’arrivo della premier a Valona e fantasticava sui contenuti e le motivazioni della tappa nella villa dell’omologo di Tirana. Tutte ricostruzioni finite fuori binario, osserva con una punta di compiacimento Fazzolari: «Fa molto sorridere la faccenda di certi sedicenti giornalisti di inchiesta della sinistra, che hanno passato tutto il loro tempo a sbirciare Meloni dal buco della serratura, parlando dei fantomatici “aperitivi” in Albania e si sono fatti passare sotto il naso questo traguardo storico al quale il governo e la premier hanno lavorato a lungo in questi mesi...».
NARRAZIONE
Un’intesa dal portato fondamentale anche in termini di “narrazione”. Non solo perché smonta i retroscena dei media progressisti, quanto perché stronca alla radice il business dei trafficanti: «Diventerà molto più difficile per gli scafisti lucrare sui cosiddetti viaggi della speranza, perché non potranno più dare la garanzia che si arriverà in Italia», insiste non a caso il sottosegretario. Tutto ciò con un accordo che tutela ovviamente minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili. «Chi sta veramente scappando da guerre e persecuzioni, non si lamenterà di certo se invece di essere messo in salvo in Italia sarà messo in salvo in Albania». Discorso diverso se l’intenzione del migrante è quella di arrivare in Italia per altri scopi: «Allora in quel caso per lui cambia tutto».
Dopo gli importanti passi avanti, in chiave italiana, mossi dal Consiglio europeo sul tema dei rimpatri, questo fissato con l’Albania è un tassello fondamentale: «Completa un paradigma che – dal memorandum con la Tunisia agli accordi energetici con l’Algeria, dal dialogo ritrovato con l’Egitto all’appuntamento di gennaio per il Piano Mattei – fa dell’Italia l’anello centrale del Mediterraneo: non più solo geograficamente ma anche, e soprattutto, politicamente». Un messaggio innovativo in vista delle elezioni Europee. «Il nostro governo dimostra così che esistono risposte possibili all’immigrazione illegale, a differenza di ciò che la sinistra ha sempre detto considerandola, al contrario, un fatto inevitabile». Un successo che si inserisce in una prospettiva ben più ampia: «È la dimostrazione – conclude Fazzolari – che con la Meloni e i Conservatori tutta la politica estera dell’Ue può cambiare».