Telefonata russa, Giorgia Meloni mette Putin nel mirino: "Fatevi una domanda..."
Giorgia Meloni risponde con parole chiare: "Lo scherzo è stato usato dai canali della propaganda russa". Alla conferenza stampa per la presentazione dlle norme varate dal Cdm risponde a una domanda precisa sulla telefonata con i due impostori russi che hanno tentato di far scattare una trappola alle spalle del premier.
Un tentativo fallito: "Ho avuto un dubbio verso la fine della telefonata, soprattutto nella parte in cui sui è parlato del nazionalismo ucraino che è un tema tipico della propaganda russa. L’ho segnalato all’ufficio diplomatico. Penso che lì ci sia stata una superficialità nel procedere ad una verifica. Per questo il consigliere Francesco Talò stamattina si è dimesso", ha fatto sapere il presidente del Consiglio. Poi l'affondo: "Il fatto che la finta telefonata sia stata rilanciata per prima da canali che alimentano la propaganda russa qualche domanda sulla natura della chiamata stessa dovrebbe indurla, anche a chi sta facendo da megafono a questi comici", ha aggiunto il premier.
Insomma a sinistra si nega l'evidenza. I due "burloni" molto probabilmente fanno parte degli 007 di Mosca e la risposta di uno dei due, Lexus, a una precisa domanda a Otto e Mezzo sull'invasione russa svela la vera identità di queste iene putiniane. Lexus infatti appoggia l'aggressione russa sull'Ucraina e di fatto si allinea perfettamente al Cremlino. E così la Meloni sottolinea: "È ovvio che se le cose stessero così, cioè che siamo stati oggetti di disinformazione per le posizioni che abbiamo a livello internazionali". Parole che, si spera, possano mettere a tacere le urla progressiste su una vicenda che di "scherzoso" ha davvero poco.