Meloni, Mantovano sullo scherzo telefonico: "Lei l'ha capito subito"
"Quando avete capito che non si trattava di Faki ma di due comici russi?": questa la domanda fatta ad Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la delega ai servizi, intercettato da alcuni giornalisti nei pressi di Palazzo Chigi. "Il presidente del Consiglio l'ha capito subito", ha risposto Mantovano. "Subito?", lo hanno incalzato i cronisti. "E certo", ha ribadito lui, che poi è rientrato a Palazzo Chigi senza rispondere alle altre domande sul caso.
No comment, per esempio, sul come sia stato possibile che due comici russi siano riusciti ad arrivare a parlare telefonicamente con la Meloni, spacciandosi per il Presidente della commissione dell'Unione Africana Moussa Faki. Ieri, in una nota, la Presidenza del Consiglio ha espresso "rammarico" per la trappola tesa a Meloni. Poi, fonti di governo hanno aggiunto: nonostante il tentativo di farle dire frasi "scomode", Meloni ha ribadito nella sostanza le posizioni assunte dal governo, pur nei toni consueti di estrema cortesia formale che si tengono in interlocuzioni con rappresentanti istituzionali stranieri.
Meloni e la telefonata, Senaldi: la sinistra fa festa e va contro l'Italia
Per il sottosegretario di FdI all'Attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari, dietro la trappola ci sarebbe il nervosismo e la “disperazione” di Mosca per l'andamento della guerra in Ucraina. “Giorgia Meloni non cade nella trappola dei propagandisti russi e conferma la linea italiana di sostegno all’Ucraina e di rispetto del diritto internazionale", ha poi aggiunto Fazzolari. Mentre per il capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti, la premier “non è caduta nella trappola dell’impostore".
"Non mi stupisce la critica da chi è ultimo in classifica": Meloni, il piano per ribaltare l'Italia