Schlein, panico Pd: "Piazza vuota. Basta una bandiera e siamo fritti"
Cos'è peggio: una piazza vuota o piena di anti-israeliani? Il Pd trema in vista della manifestazione dell'11 novembre pomposamente annunciata da Elly Schlein lo scorso settembre. L'orrore di Hamas e la guerra in Medio Oriente rischiano di dare un nuovo pesantissimo significato all'evento, nato originariamente "solo" come una chiamata alle armi contro il governo di Giorgia Meloni. "Basta uno slogan di sapore antisemita o una bandiera data alle fiamme e siamo fritti", è lo sfogo significativo di un dirigente sotto anonimato.
Come nota Laura Cesaretti sul Giornale, "c'è preoccupazione, al Nazareno". Innanzitutto, perché la mobilitazione non sta funzionando: i segretari regionali dem faticano finora a racimolare manifestanti per portarli in piazza del Popolo a Roma e anche la soglia minima delle 50mila persone al momento non è affatto scontata.
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Non a caso c'è chi si prepara alle contromosse: "Spostando il palco verso il centro della piazza e distribuendo gazebo lungo il perimetro, riusciamo a farla sembrare piena anche con 40mila". Escamotage che non risolvono però il problema centrale: la Schlein, nominata segretaria e sostenuta anche per la sua capacità (tutta teorica) di trascinare le folle e riattivare la base, sta clamorosamente fallendo la sua missione.
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"Ecco perché lo stato maggiore Pd ha chiesto soccorso alla Cgil, affinché fornisca un congruo numero di quei pensionati Spi che in cambio di una gita a Roma con merenda - fanno volentieri da pittoresco sfondo alle adunate di Maurizio Landini", ironizza ma non troppo la Cesaretti. L'asse con il sindacato rosso, contro la manovra, è saldo. Una manifestazione sempre più massicciamente spostata a sinistra, con come parola chiave quella del "pacifismo", però, aumenta i timori per la presenza di gruppetti di "provocatori".
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Filo-palestinesi, filo-islamici, centri sociali che occhieggiano ai "partigiani" di Hamas, una galassia a cui già strizza l'occhio Giuseppe Conte ma che per la Schlein potrebbe rivelarsi un tragico boomerang politico. Non a caso, alcuni dirigenti parlano fuori dai denti di "infiltrazioni" e addirittura "hackeraggio delle nostre parole d'ordine". Poche, peraltro, e pure confuse.