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Laura Ravetto, la stampa di sinistra diventa sessista se la donna è "nemica"

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 Laura Ravetto 

Laura Ravetto*
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Caro direttore, approfitto del tuo giornale per rivolgere a certa stampa anti-governativa un appello a meditare maggiormente certi titoli ed evitare in futuro di esporre con una narrazione furbesca una donna all’aggressività dei loro ineducati lettori. Sono avvilita e mi sento umiliata come donna per come alcuni tuoi colleghi mi trattano. La mia iniziativa di raccolta fondi a vantaggio della Lega è stata banalizzata e irrisa e questo ha prestato il fianco a critiche e commenti volgari e sessisti. Sui miei social ho pubblicato un video nel quale chiedevo erogazioni liberali per il mio partito proponendo premi simbolici ai maggiori contributori, come per esempio un tour in una redazione televisiva in mia compagnia, una visita alla Camera con me oppure la possibilità di lasciare un messaggio sulle mie pagine social, seguite da più di centomila persone. Nulla di più normale e trasparente ma la notizia è stata rielaborata e rivenduta con titoli svilenti del tipo «donate alla Lega e passerete una giornata con me» che hanno dato via libera a sgradevoli esibizioni di prepotenza e maschilismo nei miei confronti che mi hanno molto amareggiata. C’è mi ha dato della meretrice e chi è stato ancora più colorito. I più raffinati hanno parlato di donna che si mette in vendita.

MASCHILISMO PROGRESSISTA
Sono rammaricata che certi giornali, che si definiscono progressisti e a favore della parità dei sessi, ignorino sistematicamente le mie iniziative parlamentari a favore della parità di genere, come per esempio la mia recente proposta di legge per l’introduzione nelle scuole di un’ora di rispetto delle donne ma si gettino a pesce su qualsiasi cosa io faccia che possa essere rivoltata in modo pruriginoso. Sospetto che il maschilismo dei loro lettori rispecchi quello dei loro redattori. Quando il mio collega Claudio Borghi ha fatto la medesima iniziativa, non ha trovato spazio sui giornali, perché evidentemente essa non si prestava a strumentalizzazioni sessiste. Borghi peraltro ha fatto un video anche con me, ma anch’esso è stato ignorato dalla stampa, che non poteva titolare «una coppia in vendita, o in saldo». Siamo ancora una nazione dove se un uomo fa una cosa è un’iniziativa seria e rispettabile, ma se la fa una donna diventa oggetto di scherno. Non ho mai querelato nessuno ma stavolta farò un’eccezione. Chiederò i danni a tutti coloro che hanno invaso le mie pagine social con i loro disgustosi commenti sessisti e donerò il ricavato alla Lega. È l’unica consolazione per le gravi aggressioni verbali che ho subito. Certamente quanto mi è successo conferma che viviamo in una società dove c’è ancora molto da fare per difendere la dignità delle donne.

IMPEGNATI A PAROLE
Spiace constatare come i giornali progressisti, a parole così impegnati nelle battaglie di genere, non riescano a trattenersi, quando la protagonista è una donna di centrodestra, dal raccontare anche la più normale delle iniziative di raccolta fondi in maniera allusiva e maliziosa. Confido per il futuro in una maggiore serietà da parte di certe testate nel riportare l’attività politica mia e delle altre parlamentari. Se non per il rispetto della mia persona, almeno per evitare di fare da detonatore ai più triviali istinti dei loro lettori, che vanamente cercano di educare da anni. Ritenersi superiori non autorizza a ritenersi liberi di insultare le donne di cui non si condivide il pensiero.

*Deputata della Lega

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