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Giorgia Meloni al Senato: "Legame terrorismo-immigrazione. Putin? Non è un caso"

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Dalla parte di Israele. Giorgia Meloni si è presentata oggi 25 ottobre in Senato per le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre. La presidente del Consiglio ha ribadito il "profondo sgomento per la brutalità con la quale Hamas si è accanito contro civili inermi non risparmiando neanche donne, bambini e anziani". Dichiarazioni che sono state accolte dall'aula con una standing ovation da parte dei membri del governo.  "Nessuna causa potrà giustificare il terrorismo, nessuna causa potrà mai giustificare un’aggressione terroristica scientemente preordinata e organizzata per colpire civili innocenti del tutto estranei alle dinamiche militari. Nessuna causa potrà mai giustificare il rapimento o l’uccisione, casa per casa, di donne e bambini", ha proseguito la Meloni sottolineando come "i civili di Gaza, i diritti del popolo palestinese e le istituzioni che lo rappresentano legittimamente, a partire dall’Autorità Nazionale Palestinese, sono essi stessi vittime della politica di Hamas, e le due cose non devono essere sovrapposte".

"Sono convinta che lavorare concretamente, e con una tempistica definita, a una soluzione strutturale per la crisi israelo-palestinese sarebbe anche il modo più efficace possibile per svelare il bluff di Hamas agli occhi dei palestinesi e contribuire a sconfiggerlo", ha affermato la premier.

"Sono persuasa che la barbarie degli attacchi di Hamas, con miliziani che si mettono una telecamera sulla fronte per riprendere scene impensabili, come la decapitazione di neonati, avesse un obiettivo preciso. E chiaramente quell’obiettivo non era e non poteva essere difendere il diritto del popolo palestinese, che invece viene usato e calpestato dai gruppi fondamentalisti come Hamas e dai loro atti terroristici, ma procurare piuttosto un conflitto molto più esteso, costringendo Israele a una reazione contro Gaza che minasse alla base ogni tentativo di dialogo, che creasse un solco incolmabile tra Israele, Occidente e paesi arabi, alcuni dei quali coraggiosamente avevano tentato invece di normalizzare i rapporti con lo Stato ebraico attraverso gli accordi di Abramo", ha sottolineato la premier.

Quindi non deve esserci "alcuna ambiguità nel condannare nel modo più fermo i crimini di Hamas", "senza se e senza ma". Anche perché "la strategia dei fondamentalisti per cancellare lo Stato di Israele dalla faccia della terra" e "il processo di normalizzazione che stava avvenendo nella regione comprometteva quella strategia". Diventa allora "vitale, in questa fase, il dialogo con i Paesi arabi e musulmani - e l'Italia svolge storicamente un ponte di dialogo tra Europa, Mediterraneo Medio oriente - per impedire che si cada nella trappola di uno scontro tra civiltà che avrebbe conseguenze inimmaginabili", ha detto ancora. 

 

Per quanto riguarda le ripercussioni sull'Italia, ha affermato la premier, "dobbiamo fare i conti con i rischi connessi all’infiltrazione diretta di jihadisti dal Medio Oriente ma anche alla radicalizzazione durante la loro permanenza sui nostri territori di immigrati, spesso irregolari, ingannati dai trafficanti di esseri umani e impossibilitati a trovare qui ciò che avrebbero voluto. Dobbiamo avere il coraggio di dire che può esistere, purtroppo, un legame tra terrorismo e immigrazione irregolare, e che ha sbagliato chi finora, per riflesso ideologico, ha liquidato con sufficienza questo possibile nesso, temendo una stretta rispetto a politiche delle porte aperte che abbiamo conosciuto in passato". E oggi, "esiste a maggior ragione la necessità urgente di lavorare per fermare i flussi migratori irregolari", ha concluso. 

E ancora: "Non è un caso che non ci sia stata una specifica condanna da parte della Federazione Russa del feroce attacco di Hamas e che, addirittura, risultino apprezzamenti da parte di Hamas per la posizione del presidente Vladimir Putin sulla questione", ha poi aggiunto Meloni. "Anche per questa ragione, il Consiglio europeo intende confermare il suo convinto sostegno al popolo ucraino che da 608 giorni combatte per la libertà e l'indipendenza della propria Nazione. Non dobbiamo commettere l'errore di affievolire il nostro comune sostegno alla causa ucraina", ha concluso.

 

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