FdI, Montaruli smaschera Pd e M5s: "Tunisia paese sicuro, tranne quando c'è Meloni"
“Tanto si è parlato della Tunisia come Paese sicuro. Attenzione, non si è trattato di un’invenzione del governo Meloni: devo ricordare che l’individuazione del Paese sicuro avviene tramite decreto interministeriale e il decreto interministeriale che aveva individuato la Tunisia come tale è dell’ottobre del 2019, quando al governo c’erano il Pd, la sinistra e il Movimento 5 Stelle. Quel decreto non ha mai visto un aggiornamento in senso contrario il che significa che tutte le forze politiche concordavano, guarda caso solo fino all’arrivo del Governo Meloni, sul fatto che la Tunisia era ed è un Paese sicuro. Le polemiche di oggi sono dunque solo strumentali e ideologiche”. Così Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia, intervenendo in Aula in occasione dell’informativa del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi alla Camera.
“La minaccia di tipo terroristico attuale – aggiunge Montaruli - è strettamente e inevitabilmente legata anche al tema dell’immigrazione. Sebbene non si possa fare una correlazione diretta tra il fenomeno migratorio e quanto sta drammaticamente avvenendo anche in Europa, è necessario sottolineare che quanto più è alto il rigore nei confronti dell’immigrazione clandestina tanto meno i nostri territori sono esposti a quel pericolo”.
"Niente verifiche se c'è un corteo per l'ambiente": FdI denuncia lo scandalo al liceo
“La storia dell’attentatore di Bruxelles ci deve far riflettere: entrato illegalmente, a quanto si apprende, in Europa, nonostante avesse visto la richiesta di asilo respinta era rimasto qui e ha preparato l’attentato a cui purtroppo abbiamo assistito. Questo ci dice che alcune misure prese dal governo Meloni - nuovi Cpr, aumento dei tempi di permanenza, procedure accelerate alla frontiera -, oggetto di polemica fino a pochi giorni fa da parte dell’opposizione, sono invece fondamentali per contrastare la minaccia che riguarda l’Italia e l’Europa stessa. Per noi resta fermo che la soluzione continua a rimanere il blocco navale. Ovvero, la prospettiva di una missione navale europea, già prospettata dalla presidente della Commissione europea von der Leyen proprio a Lampedusa, che deve trovare la propria completa realizzazione dopo i primi successi ottenuti proprio attraverso il memorandum con la Tunisia”.