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Caivano, pugno di ferro: addio al Comune, ecco chi arriva (subito)

Claudia Osmetti
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L’aveva promesso: che non sarebbe stata una passerella mediatica e basta, un “blitz show” e basta, uno slogan e basta. Quando, a settembre, la premier Giorgia Meloni era arrivata a Caivano, in provincia di Napoli, in quella cittadina di circa 36mila abitanti diventata tristemente nota a livello nazionale per gli stupri di due cuginette adolescenti e una situazione di degrado e criminalità intollerabile, aveva detto: «Qui lo Stato ha fallito, ma non sarete soli. Il territorio sarà bonificato». E dopo le parole, sono arrivati i fatti. L’intensificazione dei controlli, il decreto Caivano, i presidi delle forze dell’ordine, i blitz: fino a ieri, fino alla decisione, presa dal Cdm, ossia dal Consiglio dei ministri, di sciogliere il consiglio comunale di Caivano e di nominare tre commissari che, per i prossimi diciotto mesi, ne gestiranno il municipio. Il Comune di Caivano, per la verità, è già in parte commissariato da agosto: da quando ben tredici consiglieri su 24 si sono dimessi costringendo la giunta a lasciare il passo a un altro commissario (quello straordinario) che è attualmente e formalmente in carica. Adesso lo stesso destino tocca anche al consiglio comunale.

LA MATASSA
Una matassa intricata, nella quale la politica c’entra ma c’entrano soprattutto le istituzioni: che sono in prima linea, che ci mettono la faccia, che (per una volta) concretizzano le promesse che fanno. Quelle violenze sessuali di gruppo, barbare, indecenti, su ragazzine di appena dodici anni, ripetute, in un campo da calcio abbandonato che da solo è la fotografia del decadimento e dell’insicurezza, dell’incuria e della delinquenza. Quei nove arresti, scattati neanche un mese dopo, sette dei quali per altrettanti minorenni. Ma anche i radi delle forze dell’ordine, tuta tecnica e giubbotto antiproiettile, quattrocento agenti alla volta, carabinieri e guardia di finanza, per setacciare, monitorare, controllare il Parco Verde. Quei militari dell’antidroga, quegli elicotteri del reparto Volo, quelle unità cinofili: migliaia di euro sequestrati, una molotov, un ordigno esplosivo artigianale, centinaia di proiettili e il materiale per confezionare la droga.

 

 


E poi quel “terremoto” politico, nel senso che ha coinvolto l’amministrazione di Caivano. Una settimana fa, un’altra operazione dei carabinieri, altri nove fermi per associazione mafiosa, estorsione e corruzione. Un’altra inchiesta della Dda (la Direzione distrettuale anti-mafia) di Napoli, contro il clan camorristico Angelino, e tre nomi importanti, a Caivano, che hanno cominciato a saltar fuori dai faldoni: quello di Armando Falco, 48 anni, nipote dell’ex sindaco decaduto a fine estate e un passato come segretario cittadino di Italia viva; quello di Carmine Peluso, 40 anni, che è stato assessore ai Lavori pubblici e al Commercio; quello di Giovanbattista Alibrico, 65 anni, ex consigliere di maggioranza. La Dda, era il 10 ottobre, contestava a tutti e tre di aver favorito il clan Angelino con un giro poco chiaro di appalti pubblici ed estorsioni. Avrebbero «avvicinato per conto del clan gli imprenditori vittime di estorsione, aggiudicatari di lavori pubblici assegnati dal Comune, al fine di riscuotere somme di denaro da consegnare», di nuovo, al clan.

LA DELIBERA
La delibera sullo scioglimento del consiglio comunale di Caivano pare muova proprio da queste recenti indagini (rese possibili, tra l’altro, grazie all’installazione in alcuni locali del Comune di microspie) che hanno coinvolto anche un tecnico comunale, Martino Pezzella, e il dirigente del Comune, Vincenzo Zampella. La notizia arriva in concomitanza con l’annuncio di una conferenza stampa, indetta proprio nella sala Verde di Palazzo Ghigi, quindi a Roma, quindi nella sede del governo di Meloni, per presentare un progetto di riqualificazione e di ristrutturazione dell’ex centro sportivo Delphini di Caivano, alla quale parteciperà sia il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano, sia il ministro per lo Sport Andrea Abodi, sia il commissario dell’esecutivo per Caivano Fabio Ciciliano. 

 

 

 

 

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