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Sergio Mattarella? Su Cnel e giustizia si può spernacchiare

Sandro Iacometti
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Contrordine compagni. Avete presente quella Costituzione per cui il popolo della sinistra e dei sindacati oggi scenderà in piazza e quel Capo dello Stato che ne è il suo più autorevole interprete e difensore? Ebbene, da ora potete tranquillamente spernacchiare sia la prima sia il secondo senza il timore di incorrere in anatemi o scomuniche. Se così non fosse, sarebbe difficile spiegare e giustificare l’attacco violento e generalizzato rivolto ieri da tutte le opposizioni al Cnel per essersi permesso di mettere in dubbio, dopo attenta e argomentata analisi dei dati, l’efficacia dell’introduzione di un salario minimo per legge.

 

 

Apriti cielo. L’ente che l’articolo 99 della Costituzione definisce «organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge» e a cui spetta, per il medesimo articolo, «l'iniziativa legislativa» e la possibilità di «contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale» è stato immediatamente sommerso da critiche e polemiche, accusato di partigianeria e di inefficienza, di scorrettezza istituzionale, di essere un ente inutile, rifugio di ex e falliti, di fare la stampella del governo, ma, soprattutto, di taroccare i dati per piegare la realtà ai propri scopi. E qui si apre un altro capitolo. A fornire la base scientifica del documento prodotto dal Cnel è stato infatti, tra gli altri, Michele Tiraboschi, che non solo è ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Modena e Reggio Emilia, nel dipartimento di Economia intitolato a Marco Biagi, di cui è stato allievo e collaboratore, ma è anche uno dei consiglieri dell’ente scelto come esperto dalla Presidenza della Repubblica.

 

 

Insomma, a mandarlo al Cnel è stato proprio Sergio Mattarella, l’idolo della sinistra tirato ogni giorno per la giacchetta (spesso costringendo il Colle a pubbliche smentite) quando si tratta di mettere alla gogna il centrodestra. Ma evidentemente se a dirigere l’orchestra c’è Renato Brunetta, che ora presiede il Cnel, e se in gioco c’è l’unico tema politico sui cui le sinistre riescono a non mandarsi a quel Paese, il rispetto degli organi costituzionali e del Quirinale non conta più di tanto. Così come del resto nessuno a sinistra prima di difendere la giudice di Catania Iolanda Apostolico si è ricordato delle parole di Matterella pronunciate solo lo scorso giugno: «L’imparzialità della decisione va tutelata anche attraverso l’irreprensibilità e la riservatezza dei comportamenti individuali». Ma quanto rompe ’sto Capo dello Stato. 

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