Elly Schlein ci prova con la piazza: "Appuntamento all'11 novembre"
«Non smobilitiamo, ma anzi rilanciamo aggiungendo altre battaglie». E così, dopo l’estate militante - di cui Elly Schlein snocciola i numeri: 1500 eventi, + 20% rispetto allo scorso anno-, dopo aver partecipato alle piazze degli altri (sabato sarà a quella della Cgil), il Pd lancia il cuore oltre l’ostacolo e prova a fare in proprio: l’11 novembre tutti in piazza per difendere la sanità, la scuola e il lavoro. Ma anche per mobilitarsi, in generale, contro il governo Meloni che proprio in quei giorni (la scelta non è casuale) sarà nel pieno della legge di bilancio. Entro il 15 ottobre il governo deve mandare il testo a Bruxelles, da lì a un mese deve arrivare il via libera. «Non è detto che la Ue la approvi...», scommettono i dem, nei corridoi di Montecitorio. La piazza, dunque.
Non solo per far sentire la propria voce rispetto all’esecutivo, ma anche per serrare le fila, silenziando i malumori interni (applaudito il passaggio sul sostegno militare all’Ucraina), e per provare a costruire un fronte alternativo con le altre opposizioni (missione complicata). Alla piazza dell’11, infatti, sono tutti invitati. Giuseppe Conte non dice no. Certo, fa notare che loro hanno «già fatto una manifestazione contro il governo il 17 giugno con 20mila persone a Roma». Ma se il Pd vuole organizzare la sua piazza e ci tiene tanto a invitarli «ovviamente ci saremo».
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L’ORIZZONTE
L’orizzonte di Schlein sono le elezioni europee, «snodo decisivo», lo definisce, un appuntamento «spartiacque» perché «l’Europa è la nostra politica interna». Si eviti, però, si raccomanda, di usarle come «una conta dei rapporti di forza nel governo o nell’opposizione», per contendersi «uno zero virgola» a suon di «distinguo». La posta in gioco è più alta. Nazionalisimi contro spirito federale. Chiusura contro apertura. Una delle principali preoccupazioni della segretaria è il rapporto con le altre forze di opposizione. Schlein tende la mano: «Noi siamo sempre disponibili a costruire l’alternativa alla destra». «Mai indugiare in polemiche». Non solo perché non ha senso, ma «perché sentiamo che la nostra gente ci chiede uno sforzo per convergenze su temi concreti». Tanto più in vista delle elezioni amministrative del 2024: «La priorità è costruire l’alleanza vincente». Anche per questo propone per i primi di dicembre «una grande conferenza sull'Europa» dove «chiamare a raccolta la nuova generazione di europei».
MINORANZA INTERNA
Sul fronte interno, è ben attenta a smussare gli angoli, rassicurando la minoranza sui punti caldi. Primo: «Stiamo dalla parte dell'Ucraina. È inaccettabile che qualcuno pensi di riscrivere i confini con l’esercito». Passaggio sottolineato prima dagli applausi, poi dalle parole di Lorenzo Guerini che si complimenta con la segretaria per la chiarezza della posizione. Certo, «accanto al necessario sostegno anche militare all'Ucraina dobbiamo esplorare ogni diplomatico per la fine del conflitto e una pace giusta», aggiunge Elly. Ma il sostegno a Kiev non si discute. Tanto basta. Segue un lungo passaggio in cui attacca il governo che «per mesi il governo ha negato la realtà». La Nadef è «tirata e inadeguata», le previsioni di crescita per il 2024 «sono sovrastimate», i «venti miliardi di privatizzazioni in tre anni sono un obiettivo irrealistico». Morale: «Basta poco per far saltare i conti». Ed è quello che, tra i dem, si spera. In conclusione, Schlein traccia una road map di mobilitazioni per un autunno che si vuole rendere caldo.
Si parte oggi, 6 ottobre: il Pd parteciperà allo sciopero del clima. Poi, domani, sarà al corteo della Cgil in difesa della Costituzione. Domenica 8 ottobre, mobilitazione sul salario minimo. Insieme a tutte le forze di opposizioni che hanno sottoscritto la proposta di legge sul salario minimo si farà un “firma day”, ossia banchetti in tutta Italia per una raccolta firme sul testo da portare in Parlamento. Quindi, il 27 ottobre a Venezia, la presentazione del piano casa nazionale. L’autunno caldo culminerà l'11 novembre, con una manifestazione interamente organizzata dal Pd. La minoranza incassa il sostegno sull’Ucraina. Ma l’atteggiamento resta vigile. Come si capisce dalle parole di Stefano Bonaccini che pungolala segretaria perché non si sottovaluti l’importante tornata di elezioni amministrative che ci sarà il prossimo anno: «Il Pd», ha osservato il presidente dem, «anche quando perdeva le politiche ha sempre vinto bene o abbastanza bene le amministrative, non vorrei che fosse la prima volta che le perdiamo». L’avvertimento è forte e chiaro.
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