Mario Monti e il 2011: "Berlusconi? Tutti, tranne Tremonti"
Un retroscena raccontato da Mario Monti riporta l'Italia al 2011. Commemorando Giorgio Napolitano, il senatore a vita ricorda il passaggio di consegne tra lui e Silvio Berlusconi. È novembre, il fondatore è stato dimissionato da presidente del Consiglio. Al suo posto Monti. I due si incontrano per pranzo. In quest'occasione il Cavaliere gli direbbe di prendere in toto la sua squadra di ministri, tranne uno: "Mi citò un ministro - ha confessato Monti -. Ma io fui in grado di rassicurarlo, dicendogli che il capo dello Stato mi aveva già dato il suo chiaro indirizzo, ovvero che avrei dovuto assumere io quel ministero ad interim". Stando a Repubblica il ministro da sostituire è Giulio Tremonti, fino a quel momento titolare dell'Economia.
Ma proprio Tremonti, secondo diverse voci, sperava di diventare premier. Forse Napolitano glielo aveva promesso, o forse era solo una voce. Poi il 9 novembre Napolitano nomina Monti senatore a vita. Il 12 Berlusconi si dimette. Un cambio al vertice che per molti ha assunto le fattezze di un "complotto". Così, tornando ai giorni nostri, Monti tenta di prendere le difese del Cavaliere: "Non fu vittima, ma protagonista di quella fase".
"Grande complotto? No, fine di un ciclo": Tremonti, ecco cosa ci aspetta
D'altronde lo spread rendeva la situazione economica a serio rischio. Al punto che Berlusconi "mi incoraggiò a superare le difficoltà che ancora sussistevano alla formazione del governo e con generoso trasporto mi offrì la sua squadra: caro Monti, deve diventare presidente del Consiglio, mi rendo conto che non sono più in grado in queste condizioni politiche e finanziarie di gestire, ma tutti sono eccellenti ministri. Tutti glieli offro, tranne uno". In ogni caso quello tra i due è stato un passaggio di consegne avvenuto, è la sintesi dell'ex presidente del Consiglio, "con grande cordialità".
Molti errori, qualche intuizione e la responsabilità dei grillini: Napolitano, il riformista mancato