Immigrazione, la raccolta firme Pd per avere più profughi
Presto che non resiste. Il Pd vuole l’invasione. È un chiodo fisso. E d’altronde gli anni d’oro dell’accoglienza indiscriminata non si dimenticano. Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano. Un classico. Come le coop.
«Lanceremo una petizione per estendere il diritto d’asilo a chi fugge da carestie, povertà ed emergenze climatiche. Lo faremo al Festival delle città», annuncia a Repubblica il dem Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e prossimo candidato alle elezioni europee dato che il sindaco per tre volte di fila non lo può fare per legge. Il Festival delle città, che non è il Festivalbar, è oggi, domani e giovedì a Roma. Chissà se anche stavolta potranno sottoscrivere la petizione Sbirulino, Sandokan e l’Uomo Tigre, com’è avvenuto per quella online a favore del salario minimo, altra pensata Dem, una patacca che a confronto gli unguenti venduti dal Mago do Nascimento, mitologica spalla di Wanna Marchi, erano elisir di lunga vita. Che la petizione fosse una patacca l’aveva dimostrato Libero.
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LA SOLUZIONE
Niente: Ricci, presidente delle autonomie locali, s’è messo in testa un’idea meravigliosa. «Servono flussi regolari e legali», spiega. «Solo in questo modo riduci le partenze di clandestini nei viaggi della speranza». E come no: già oggi che i migranti economici non avrebbero diritto ad arrivare si riversano in massa sui barchini di scafisti e Ong, fiduciosi che qualcuno in un tribunale perorerà la causa. Figuriamoci se nel magico mondo di Elly potessero partire con la certezza di essere accolti senza riserva. Ricci vuole i porti spalancati. Nel 2022 sono sbarcati in Italia 105mila migranti e la metà erano economici: 20mila egiziani, 18mila tunisini e 15mila bengalesi. L’Istat ha stimato che con le norme attuali avremo 350mila immigrati in più all’anno per 10 anni. Fanno 3 milioni e mezzo. Repubblica, ieri, ipotizzava tra i 400 e i 450mila ogni 12 mesi. E sempre Repubblica chiede a Ricci: qual è la criticità maggiore per le città in questo autunno caldo? «L’urgenza per noi è affrontare il problema casa.
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Chiediamo che sia ripristinato il fondo per gli affitti. Migliaia di famiglie vengono a chiedere aiuto ai servizi sociali. La situazione è drammatica». Accogliere milioni di africani dunque - senza più distinguere tra chi scappa da guerre e chi potrebbe rimanere in patria- ci sembra la soluzione migliore. Nel 2021 l’accoglienza ci è costata 1,7 miliardi; l’anno scorso 2,2; quest’anno la stima è di 3,5 miliardi. Il costo medio giornaliero di chi sbarca è di 35,82 euro, che per i minorenni non accompagnati diventano 120. Per un singolo rimpatrio servono 2.365 euro.
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CORSI DI SCI E BALLO
Governassero i Dem ci sarebbero da pagare anche i corsi di sci per i migranti africani, colpo di genio dell’allora governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che mandò sulle piste innevate della Carnia un gruppetto di giovanotti alle prese con Moon Boot e bastoncini. Serracchiani se la prese per le critiche. Disse che erano strumentali. I giovani africani però si divertirono un sacco a ruzzolare. Altri amministratori dem finanziavano corsi di ballo, e l’Africa ha tanti problemi ma di certo non quello del ritmo.
Era il periodo delle cooperative rosse, dell’assalto alla diligenza per accaparrarsi i bandi delle prefetture, di certi alberghi che riempivano le stanze di immigrati per intascare i 35 euro al giorno gentilmente offerti dai governi Letta, Renzi e Gentiloni. Quando al ministero dell’Interno è andato Matteo Salvini che quei 35 euro li ha dimezzati, to’, nessuno ha più spintonato per assicurarsi gli extracomunitari. Ricci segue il verbo dell’ex premier 85enne Giuliano Amato, che la sinistra ha schierato in prima linea contro il governo Meloni sul fronte dell’accoglienza.
Non se ne sentiva la mancanza. Alla petizione aderiranno i vari Sala, Nardella e Gualtieri, sindaci di Milano, Firenze e Roma. A Padova scalpita il rosso Giordani. Lepore a Bologna. Tommasi a Verona. I Dem sognano i vecchi tempi.