Paolo Berlusconi avvisa Forza Italia: "Chi non paga decade"
Era un problema ai tempi di Silvio Berlusconi, lo è a maggior ragione ora dopo la scomparsa del fondatore. Forza Italia minaccia i morosi: chi non paga la quota al partito, decade.
La famiglia del Cav, con i figli di primo letto Marina e Pier Silvio in testa, non abbandonerà il partito azzuro che il padre fondò nel 1994, portandolo in pochi mesi a essere il primo partito d'Italia e fulcro del centrodestra per almeno 20 anni, ma il partito "deve camminare con le proprie gambe". La famiglia, in altre parole, non potrà più ripianare spese e debiti com'era solito fare, con straordinaria generosità, l'ex premier.
E alla festa azzurra organizzata a Paestum è proprio il tema della "ristrutturazione" del partito a tenere banco. La ministra dell'Università Anna Maria Bernini ricorda che Silvio resta ancora "sotto la nostra pelle, ma noi abbiamo la capacità di consolidare il partito e di autonomizzarlo". Per farlo, occorre ricordare a tutti gli iscritti la responsabilità di pagare regolarmente le loro quote associative.
"Desidero precisare che per quanto mi riguarda, e credo che in tal senso si siano già espressi anche i figli di mio fratello, noi come famiglia Berlusconi siamo e saremo al fianco di Forza Italia per quanto consentitoci dall'attuale legge sul finanziamento ai partiti - chiarisce Paolo Berlusconi, fratello del fondatore -. Nel contempo mi aspetto e mi auguro che tutti i parlamentari di Forza Italia contribuiscano al sostentamento economico del loro partito, come già previsto e come ha sempre auspicato mio fratello Silvio".
Chi non ha ancora pagato, traduce il segretario Antonio Tajani, deve saldare il conto pena la decadenza. "Abbiamo modificato lo statuto per dire che tutti coloro che vogliono avere un ruolo di responsabilità all'interno del movimento devono essere in regola con il finanziamento. Cosa giusta perché ognuno di noi ha il dovere di aiutare il movimento che gli permette di essere in Parlamento. E Paolo Berlusconi lo ha spiegato in maniera molto chiara: l'impegno della famiglia resta, ma nel rispetto delle regole".