Giorgia Meloni, il piano per travolgere la sinistra: "Non cadrò per un complotto"
Giorgia Meloni non molla. Il premier respinge gli attacchi e sa bene quanto sia delicata la partita che si sta giocando. Da un lato c'è il suo governo che tenta di dare un freno agli sbarchi, dall'altro c'è la Germania che ormai sfida apertamente l'Italia non solo sosetnendo economicamente le Ong ma lasciando in mare almeno quattro navi battenti bandiera tedesca che fanno rotta verso le nostre coste.
A questa situazione va aggiunta l'assalto al colpi di spread da parte dei giornaloni della famiglia Agnelli e i sospetti sul Pd e sulla sinistra per manovre oscure che potrebbero portare a un governo tecnico. In gergo questa si chiama "tempesta perfetta". Una tempesta da cui Giorgia Meloni è sicura di uscire a testa alta senza se e senza ma. Come riporta un retroscena del Corriere, il premier, avrebbe detto queste parole: "Sicuramente non cadrò per un complotto, non succederà quello che è successo ad altri prima di me. Se andrà male sarà per colpa nostra, per qualcosa di concreto".
Poi, sempre la Meloni, avrebbe fatto i conti con lo spread. Un allarme ingiustificato per susciatre tensione all'interno e sul governo. Le sue parole in questo senso sono molto chiare e smascherano il gioco sporco della sinistra: "È inferiore di 50 punti rispetto ad un anno fa. Io so leggere la politca e la realtà", ha affermato con orgoglio. Gli investitori continuano a comprare titoli italiani e questo è un segnale chiaro di fiducia verso il nostro Paese. Ma di certo un punto importante di questa "tempesta perfetta" è l'assalto da parte delle opposizioni sul governo. Elly Schlein è in apnea con sondaggi miseri che danno il Pd sotto al soglia psicologica del 20 per cento. Un dato che non è stato ignorato dalla Meloni che ai suoi, sempre come riporta il Corriere, avrebbe confidato: "Il distacco tra Fdi e Pd si è allargato in un anno a 11 punti, sarà anche colpa della Schlein, ma forse abbiamo qualche merito anche noi". E al Nazareno si preparano già al cambio della guardia dopo il voto di giugno 2024.