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D'Alema, rivelazione su Napolitano: "Dovevo essere eletto al Quirinale al posto suo"

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Massimo D’Alema rivela due episodi inediti dalla galleria di eventi che lo videro a fianco di Giorgio Napolitano, con il quale peraltro ha avuto anche contrasti politici: "Era il 1998 - racconta l'ex premier in una intervista a La Stampa - e quando si pose la questione che io diventassi presidente del Consiglio, Napolitano mi scrisse una lettera personale nella quale non soltanto mi espresse il suo consenso, ma capendo che i Ds non avrebbero potuto tenere anche il Viminale, mise subito a disposizione il suo mandato di ministro dell’Interno". Poi, "molti anni dopo", prosegue D'Alema, "in una mostra su Nilde Iotti, lessi un’altra lettera inedita che lei aveva scritto a Napolitano per complimentarsi del suo nobile gesto e nella quale sosteneva che occorreva aiutare la nuova generazione ad emergere".

 

 

E infatti accadde che otto anni più tardi D'Alema e Napolitano si ritrovarono nel giro di pochi giorni candidati per il Quirinale: "Il segretario del partito, Piero Fassino, avanzò pubblicamente la mia candidatura, informando Prodi. Berlusconi, pur esprimendo stima personale, obiettò sul fatto che io fossi molto impegnato nella lotta politica. In effetti trovai che questo argomento non era infondato, ne parlammo con Fassino e insieme decidemmo di proporre la candidatura di Napolitano".

 

 

Allora i personalismi erano ben governati: "Quello era un gruppo dirigente di persone che si rispettavano. Col riconoscimento da parte nostra che fosse giusto che ad assumere quel ruolo fosse Napolitano. Tra l’altro non aveva partecipato alla campagna elettorale, era già stato nominato senatore a vita, obiettivamente si trovava nelle condizioni di poter assumere un ruolo super partes". 

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