Giorgia Meloni, la promessa sull'immigrazione: "Faremo di più"

di Brunella Bollolidomenica 24 settembre 2023
Giorgia Meloni, la promessa sull'immigrazione: "Faremo di più"
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L’anno scorso di questi tempi Giorgia Meloni cercava di non guardare i sondaggi che i fedelissimi le squadernavano davanti agli occhi. Loro pregustavano la vittoria schiacciante alle Politiche del 25 settembre, lei provava a rimanere con i piedi per terra e a non montarsi la testa dopo mesi di campagna elettorale su e giù per l’Italia. Poi quella vittoria è arrivata davvero: netta, prevista, con un centrodestra unito e un programma «senza paura».

Cosa è successo a distanza di un anno? Troppe cose e com’è noto la leader di Fratelli d’Italia avrebbe voluto comunicare il bilancio del primo anno di governo a cittadini ed elettori con una kermesse programmata per oggi e organizzata in varie città. Un appuntamento rinviato di una settimana per il lutto nazionale in seguito alla morte del presidente emerito Giorgio Napolitano. La premier ha comunque dato un assaggio di questi dodici mesi vissuti intensamente in un’intervista trasmessa ieri sera al Tg1, in cui ha rivendicato le misure sull’economia e il lavoro e ha ammesso che sul tema dell’immigrazione la strada da fare è ancora lunga. «Vado fiera di un’Italia che cresce più della media europea», ha detto parlando del record di numero di occupati e del record di contratti stabili. «Sono fiera di aver concentrato tutte le risorse su chi era più in difficoltà, sui redditi medio-bassi».

L’AMMISSIONE
Di fronte alla luce dei risultati ottenuti sul fronte economico, con un Paese che oggi è «più credibile, più stabile, più ascoltato» a livello internazionale, ci sono però alcune ombre. Si tratta della questione migranti, dossier scottante su cui il governo sta faticosamente cercando una sponda in Europa, sponda che da alcuni Paesi arriva, da altri meno, anche perché il flusso degli sbarchi non si ferma ma anzi è aumentato rispetto all’anno scorso. «Speravo meglio sull’immigrazione», dice chiaro Meloni, senza nascondersi. «Abbiamo lavorato tantissimo, i risultati non sono quelli che avremmo voluto vedere. È un problema molto complesso, ma sono certa che ne verremo a capo».

«Questo tema merita una seconda fase», è la sua analisi obiettiva giunta a poche ore dal monito del Papa a favore di profughi e Ong. Bergoglio da Marsiglia ha invitato i vari governi (soprattutto quello francese) a non fare del mare nostrum un mare mortum. Ma se il Piano Mattei è in costruzione e l’Europa ha appena versato milioni di euro alla Tunisia per il Memorandum d’Intesa che dovrebbe fermare le partenze, le soddisfazioni maggiori arrivano sul fronte economico e sul lavoro. «Avevo promesso di consegnare un’Italia migliore, ed oggi il nostro Paese è più credibile e più ascoltato», dice Meloni orgogliosa. «Non siamo più il fanalino di coda, cresciamo più di tutti gli altri Paesi europei». Davanti la Meloni vede «l’orizzonte dei 5 anni di governo». (E il leader della Lega, Salvini, ieri ha profetizzato anche il bis). «Quell’orizzonte», dichiara Meloni al telegiornale diretto da Gianmarco Chiocci, «mi serve anche per realizzare le grandi riforme di cui questa Nazione ha bisogno».

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LE RIFORME
L’obiettivo sul breve periodo è vedere i primi mattoni della riforma fiscale, avviare la riforma costituzionale, fare la parte più consistente della riforma sulla giustizia. E poi la grande riforma del merito, specie nella scuola e poi bisogna intervenire sull’emergenza abitativa. «C’è un grande lavoro da fare ma rispetteremo gli impegni presi». In quanto al superbonus e al reddito di cittadinanza voluti dal governo Conte II, «parlano i numeri», taglia corto Giorgia, «140 miliardi di euro di buco tolti alla sanità, all’istruzione, alle pensioni, per ristrutturare le seconde case e anche i castelli. Sul reddito di cittadinanza abbiamo fatto la cosa giusta e quella che avevamo promesso: distinguere chi può lavorare da chi non può farlo. Chi non può lavorare mantiene il sussidio, chi può lavorare è giusto che abbia lavoro e formazione». Infine, il tema controverso del salario minimo. 

«Mi stupisce che l’opposizione scopra oggila sua utilità, perché in dieci anni al governo non lo hanno fatto. Io temo possa peggiorare la condizione di più lavoratori di quelli ai quali la migliora, ma aspettiamo la proposta del Cnel». Ovviamente, per la sinistra il governo è «disperato» e non sa dove trovare i soldi per la manovra. Ma agli attacchi del capo M5S ha replicato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Fazzolari: «Conte getta fango su Meloni e Fdi, è imbarazzante».