Giorgia Meloni, retroscena-CdM: "Fanno di tutto contro l'Italia"
Un vero e proprio caso. La lettera dello spagnolo Josep Borrell, Altro rappresentante per gli Affari esteri, al commissario all’Allargamento Olivér Várhelyi, ungherese, sul Memorandum d’intesa con la Tunisia, adesso innesca la reazione del governo italiano. Come aveva anticipato già ilGiornale nei giorni scorsi, la missiva inviata da Borrell mette in discussione le modalità con cui si è arrivati all'accordo finale con Tunisi. Un patto fortemente voluto da Von der Leyen, Meloni e Mark Rutte per cercare di dare un freno all'ondata di sbarchi sulle nostre coste. Ma mentre Olanda, Italia e Von del Leyen da un lato cercavano di trovare un punto di incontro con Tunisi, dall'altro lato Borrell con la sua missiva metteva in discussione gli accordi anti-sbarchi.
E così, in apertura del Consiglio dei Ministri che ha varato una stretta sul fronte degli ingressi nel nostro Paese, ecco che arriva la dura risposta di Giorgia Meloni: "La lotta all’immigrazione illegale di massa e ai trafficanti di esseri umani è una battaglia epocale per l’Italia e per l’Europa. Da questo punto di vista dispiace constatare che parte delle forze politiche italiane ed europee, per ragioni ideologiche o, peggio, per calcolo politico, remino contro e facciano di tutto per smontare il lavoro che si sta portando avanti". "Mi riferisco - ha aggiunto - alla lettera dell’Alto rappresentante per la politica estera europea Borrell, agli appelli dei socialisti europei e alle prese di posizione di diversi esponenti della sinistra ma non solo. Tutte azioni che vanno nella medesima direzione di provare a sostenere che nessuno dei Paesi del Nordafrica è uno Stato sicuro con il quale è possibile accordarsi per fermare le partenze o per rimpatriare gli immigrati illegali".
Per il premier "la volontà della sinistra europea è rendere ineluttabile l’immigrazione illegale di massa. In questa medesima direzione va anche la proposta del Partito democratico che abbiamo ascoltato anche in queste ore e che prevede, sostanzialmente, l’accoglienza di chiunque arrivi per poi provare a chiedere la redistribuzione in Europa". Il braccio di ferro tra il governo e la sinistra è solo all'inizio.