Paolo Berizzi e quella "pretesa sinistra" di decidere cosa è arte e cosa non lo è
Sembra strano il modo di ragionare di Repubblica, ma a ben vedere una logica c’è. Paolo Berizzi, nella sua rubrica quotidiana, se l’è presa l’altro giorno con Alessandro Giuli. Il garbato direttore del Maxxi avrebbe infatti avuto il torto di citare, in un’intervista al magazine di Trenitalia La Freccia, nientemeno che Joseph Beuys, reo di aver simpatizzato per l’estrema destra tedesca. Che poi Beuys, sia considerato unanimemente, insieme ad Andy Wharol, il maggiore rappresentante di un’intera generazione dell’arte contemporanea, a Berizzi sembra interessare ben poco. Per lui è “nazista” e come tale il suo nome va semplicemente cancellato dalle storie dell’arte, né va citato.
L’aspetto più interessante della faccenda è però un altro. Beuys, sul finire della sua vita (è morto nel 1986 a soli sessantacinque anni), ha avuto una notevole fortuna anche in Italia. A patrocinarne la opera, furono allora, oltre al gallerista Lucio Amelio, critici come Achille Bonito Oliva e Germano Celant, non certo ascrivibili al mondo di destra. E furono le amministrazioni di sinistra che, per lo più, fecero a gara per ospitarne le mostre e performance. Il suo nome, anche per la venatura ecologista che spesso ispirava le sue opere, era portato sugli altari da una strana compagnia di giornalisti, critici, aristocratici, molto influenti ma anche tutti fortemente orientati a sinistra. Costoro non sembrarono mai porsi, come è giusto che sia, problemi per gli eventuali “errori” del loro idolo, i quali anzi contribuivano non poco a crearne il mito di genio creativo e “irregolare”.
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D’altronde, proprio in quegli anni, altri intellettuali di sinistra, da Massimo Cacciari a Giacomo Marramao, sdoganavano in filosofia autori come Martin Heidegger e Carl Schmitt, di cui pure le intermittenti simpatie naziste non erano ignote. Che dire, se non che ne esce confermata la tesi di un intellettuale “eretico” come il compianto Luciano Pellicani che alla sinistra imputava, tra i tanti difetti, quello di arrogarsi il diritto di fungere da fonte battesimale o purificatrice per autori e movimenti culturali Sarai stato pure di destra estrema, ma se io lo ritengo ti accredito e ti emendo da ogni “peccato”. Se, al contrario, a proporti è qualcun altro, fossi tu pure un genio, non passerai: il tuo nome sarà bandito e oscurato per sempre.
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