Giorgia Meloni, "difendere Dio e la nostra civiltà": la sinistra impazzisce
Come accaduto per il comizio in Spagna a sostegno di Vox, la sinistra utilizzerà le parole pronunciate dalla premier Giorgia Meloni a Budapest per attaccarla. La presidente del Consiglio è volata in Ungheria per partecipare alla quinta edizione del Summit sulla demografia e sulla natalità. Ad accoglierla Katalin Novak, presidente dell'Ungheria, e il primo ministro ungherese Viktor Orban.
"Stiamo guardando con ammirazione i risultati raggiunti dall'Ungheria" per sostenere le famiglie e aumentare le nascite, riconosce la Meloni di fronte al collega ungherese, insieme a lei uno dei simboli del conservatorismo europeo. Il Paese di Orban rappresenta "l'esempio perfetto di come le cose possono cambiare se abbiamo la volontà e il coraggio di prendere i provvedimenti necessari - sottolinea ancora la premier italiana -. In Ungheria si è riusciti a fermare la tendenza in calo della natalità, sono aumentati i posti di lavoro, e anche l'occupazione femminile". Lo slogan che il sito di Repubblica utilizza per riassumere l'incontro, non a caso, è il "Dio e famiglia" che riecheggia il mussoliniano "Dio Patria e Famiglia". E le opposizioni in Italia gridano allo scandalo.
Di seguito, ciò che Meloni ha detto (davvero): "Il futuro del nostro Paese è molto preoccupante per i pochi bambini”. E ancora: “Mi hanno criticato perché ho detto che sono Giorgia, sono madre e sono italiana e sono cattolica. Mi hanno attaccato ma invece la gran parte delle persone ha ritenuto giuste le mie frasi. Dobbiamo difendere la nostra identità, religiosa e familiare. Dobbiamo difendere i nostri diritti, senza la nostra identità, senza famiglia, siamo numeri e basta. Dobbiamo difendere Dio e gli elementi della nostra civiltà. Ci vogliono convincere che non siamo al passo con i tempi, ma si sbagliano di grosso".
"Oggi Giorgia Meloni partecipa al Budapest Demographic Summit svelando chiaramente al suo elettorato e a tutta l’Europa il volto conservatore del proprio governo - scrive in una nota Yuri Guaiana, responsabile di +Europa per i rapporti con Alde -. Mentre l'influenza di Viktor Orban appare in declino, Meloni sceglie di essere presente al summit per dare un chiaro segnale ai conservatori e all'estrema destra: la sua ricetta per contrastare l’inverno demografico in Europa è sostenere politiche familiari conservatrici e attaccare i diritti LGBTI+". E ancora: "La lista degli ospiti del summit è un elenco delle principali voci conservatrici: da Jordan Peterson, sostenitore delle politiche familiari di Orban, a Christiaan Alting von Geusau che si oppone fermamente all'aborto, alla contraccezione e al divorzio. La politica familiare ungherese, pur presentata come un successo, ha mostrato risultati contrastanti ed è stata criticata per i suoi sistemi di istruzione e sanità sottofinanziati. È essenziale guardare oltre la superficie e comprendere le implicazioni di tali alleanze e politiche".
Di sicuro, Meloni incassa il sostegno pieno di Orban, secondo cui negli ultimi anni "è successo di tutto e di più. Siamo all'ombra di una guerra, ma sono successe anche cose buone: Meloni e la destra italiana hanno vinto le elezioni in Italia, è fantastico. Dobbiamo riconoscere che qui a Budapest mai ci saremmo aspettati che ci sarebbe stato un governo italiano patriota, filo-famiglia e cristiano. Complimenti Meloni". Dal canto suo, la premier italiana non nasconde il suo obiettivo: "Rimanere in carica per lunghi anni, che è una cosa rara in Italia". A giudicare dall'isteria delle opposizioni interne, obiettivo alla portata di un centrodestra unito.