Meloni, la profezia del sondaggista Rado Fonda: "Su cosa si gioca tutto"
Rado Fonda direttore di ricerca dell'istituto Swg fa il punto in un'intervista a Italia Oggi su quali sono gli scenari per elezioni Europee del 2024 e la sfida (già apertissima) tra i partiti: "Immigrati, sanità, caro prezzi, riforma fiscale: è su questi quattro dossier che il governo Meloni si gioca la tenuta del consenso presso il proprio elettorato, che è un elettorato pragmatico, poco ideologizzato", spiega l'esperto.
A chi gli chiede se sia finita la luna di miele tra l'esecutivo e gli elettori, Rado Fonda risponde in modo chiaro affermando che la flessione è fisiologica: "Quando si passa dalla fase dell’innamoramento iniziale alla prova dei fatti le delusioni rispetto alle aspettative si fanno sentire. L’esperienza di governo è sempre penalizzante. Ma questo non ha intaccato i consensi elettorali, il centrodestra resta saldamente maggioranza nel Paese e con percentuali nei sondaggi più alte rispetto ai voti totalizzati alle Politiche: il 45,1% contro il 43,8% di un anno fa". Insomma, il centrodestra gode di ottima salute, nonostante le profezie dei gufi di sinistra.
"Non porta voti": il sondaggista condanna il Pd, la cifra che imbarazza la Schlein
Poi cita anche i numeri sul consenso per il premier: "Il gradimento per Giorgia Meloni è sempre abbastanza alto pur passando dal 43% al 39% di giudizi positivi, la sua immagine tiene, non solo presso l’elettorato di cdx, che ha un giudizio positivo per il 75%, ma soprattutto presso gli elettori di area centrista, al 39% favorevoli, e soprattutto presso coloro che non hanno oggi collocazione politica e che per il 24% la apprezzano".
Infine i dati citati dall'esperto bocciano senza se e senza ma la segretaria del Pd, Elly Schlein, e il nuovo corso del Nazareno: "Per ora non ci sono risulta, il Pd continua a stare intorno al 20%, poco sotto, poco sopra. Era al 19,1% alle elezioni del 2022 con Enrico Letta segretario, oggi è al 19,7% non riesce a fare il balzo per il momento, ma ha un potenziale di crescita". Infine l'analisi sulla battaglia interna al Pd: "Non vi è ancora piena corrispondenza tra elettorato e nuovo partito: da un lato vi è quel popolo di astenuti di sinistra che la Schlein può tentare di conquistare riportandoli al voto dopo le delusioni degli anni passati, dall’altra però ha l’area interna più liberale e centrista che è sul chi va là e che potrebbe anche decidere di uscire".
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