Napoli e Roma, il blitz: così lo Stato zittisce la sinistra
Parolai muti. Di fronte ai blitz imponenti delle forze di polizia come ancora ieri contro le cosche a Roma e a Napoli, Schlein e compagnia meriterebbero meno del salario minimo parlamentare. Tacciono perché dovrebbero invece spiegare i loro attacchi all’azione decisa contro i criminali. E perché dovrebbero alzarsi in piedi per almeno novanta secondi di applausi nella direzione di un governo che ce la sta mettendo tutta per garantire sicurezza ai cittadini. Roma, Napoli, la Calabria a Vibo e altrove: lo Stato torna a schiantare le cosche, decima le truppe al servizio della malavita, sgominale collusioni tra crimine e politica. La sinistra sembra disarmata, e per forza: sono gli stessi che urlavano alla passerella per Caivano e ora assistono al varo di un decreto promesso dalla Meloni in quell’occasione e al dispiegamento di circa 800 uomini delle forze dell’ordine per acciuffare i malviventi ovunque si annidano.
SINDACI SPIAZZATI
Nessuno impone certo all’opposizione di votare per un atto del governo, ma ci rifiutiamo di immaginare che sia obbligatorio strillare a vuoto sempre e comunque. A Roma un prefetto come Lamberto Giannini può godersi l’azione del suoi uomini di buon mattino a Tor Bella Monaca: il presidente del municipio, l’unico di centrodestra nella Capitale, Nicola Franco, può permettersi di postare con gioia la presenza massiccia delle forze dell’ordine «per liberare il territorio da mafia e droga». Ci vuole coraggio anche per scrivere queste cose sui social, da quelle parti. Applaudono i capi delle amministrazioni locali, Gualtieri a Roma e Manfredi a Napoli. Ma i loro partiti dove stanno? Che fine hanno fatto? Non fiatano più? La realtà è che chi speculava politicamente sulle politiche per la sicurezza, ogni giorno ha la risposta della concretezza e capisce che avrà sempre meno spazio nei soliloqui televisivi dove si va a blaterare su ogni argomento contro l’esecutivo. Nessuna tolleranza verso chi delinque, è invece la parola d’ordine e a poco servono le esibizioni propagandistiche della sinistra che insegue sempre più politiche lassiste, fingendo di indignarsi quando la sicurezza è in pericolo. Chi affermava che «con la destra non si combatte la malavita» è clamorosamente smentito dai fatti. Certo, è ancora complicato sconfiggere definitivamente ogni traccia di malavita sui territori, ma nessuno può più negare quanto impegno ci sia.
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POLITICA CONTAGIATA
E soprattutto non si coprono più le collusioni con la politica contagiata. A Vibo Valentia gli arresti di politici, dirigenti e imprenditori testimoniano che non si guarda in faccia a nessuno: l’unica speranza è che si sia sempre agito con correttezza, perché in passato non sempre è accaduto. La sanità “pilotata” non deve essere più una triste piaga nel Paese e soprattutto nelle regioni del Sud, le cosche devono trovare le porte sbarrate. Sugli arresti di Vibo va registrata la sacrosanta soddisfazione del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che esalta «l’impegno straordinario dei nostri organismi investigativi per contrastare le reti criminali che, attraverso i loro traffici illeciti e le estorsioni, cercano di imporre la loro presenza sui territori, infiltrandone il tessuto sociale ed economico». E aggiunge: «Con il pieno sostegno del Governo, la magistratura e le Forze di polizia continuano a mettere a segno importanti risultati per affermare la legalità e contrastare le organizzazioni criminali su tutto il territorio nazionale». Lo Stato c’è e fa sentire la sua forte presenza. Anche se quelli come Roberto Saviano rosicano, sono le cosche ora a dover temere la presenza di chi non vuole dare tregua ai delinquenti.
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