Meloni contro Gentiloni, "cosa mi farebbe piacere". Colpo all'uomo del Pd in Europa
Da Gentiloni agli alleati e le elezioni europee, Giorgia Meloni riflette a 360 gradi in coda alla conferenza stampa a Palazzo Chigi per illustrare il Decreto Caivano messo a punto dal governo nel Cdm del pomeriggio, non senza polemizzare in diretta con quei giornalisti, da Giacomo Salvini del Fatto quotidiano a Claudia Fusani del Riformista, che la provocano sulle frasi del compagno Andrea Giambruno, giornalista di Rete 4, su donne, alcol e stupri.
Si parte con la polemica innescata da Matteo Salvini contro Paolo Gentiloni. Il commissario Ue italiano "che gioca con un'altra maglia", l'espressione usata dal vicepremier e leader della Lega a proposito dell'importante esponente del Pd a Bruxelles, giudicato poco filo-italiano. "I commissari europei, pur rappresentando le nazioni, quando sono commissari rappresentano l'Unione europea - premette la premier -. Poi, da quando ogni nazione ha il suo commissario accade che questi tengano un occhio di riguardo verso la nazione che rappresentano. Penso sia normale e giusto e sarei contenta se accadesse di più anche per l'Italia".
Riguardo alla dialettica tra i due vicepremier e alleati di governo Salvini e Antonio Tajani, leader di Forza Italia, invece, Meloni è molto più morbida. "Non mi preoccupa particolarmente, la considero una dialettica normale per forze politiche che sono coese e che hanno le loro differenti sfumature", che vengono rivendicate "specie quando si va verso una campagna elettorale proporzionale". La presidente del Consiglio si è detta "assolutamente certa" che "non ci saranno ripercussioni di alcun tipo per il governo. Tutti sanno che abbiamo una responsabilità molto forte che gli italiani ci hanno dato e che possiamo dare a questa nazione una stabilità che non ha visto negli ultimi anni". "Ovviamente bisognerà monitorare, vedersi molto e forse anche di più di quanto non ci siamo visti in passato, anche con i gruppi della maggioranza", ha concluso.