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Delmastro, il manuale per le carceri: "Gli agenti sapranno sin dove spingersi"

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Arriva un manuale per gli agenti impegnati nelle carceri. Si tratta di un prontuario operativo scritto per i poliziotti penitenziari. L'obiettivo? Fornire precise indicazioni su come intervenire nei casi di eventi critici. A presentarlo il sottosegretario alla Giustizia con delega alla polizia penitenziaria Andrea Delmastro delle Vedove, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi con il capo del Dap Giovanni Russo e la sua vice Lina Di Domenico. "Finalmente la politica e l'amministrazione penitenziaria ci mettono la faccia non scaricando i problemi sugli agenti che magari neoassunti sono senza regole precise di ingaggio" ha premesso spiegando che non si tratta di "uno scudo penale" per le attività svolte all'interno del carcere ma di indicazioni che, nell'assicurare "legalità e sicurezza", liberano le forze dell'ordine dalla "paura di intervenire".

Non solo, perché in questo modo "gli agenti sapranno sin dove spingersi nell'uso legittimo della forza quando necessaria, per ripristinare ordine, legalità e sicurezza all'interno dei nostri istituti". Insomma, "un risultato storico" è come lo hanno definito anche i sindacati. "L'azione - prosegue l'esponente di Fratelli d'Italia - è a tutela del detenuto più debole perché la sicurezza, la legalità e l'ordine, garantiscono sì la polizia penitenziaria ma anche il detenuto più debole che nella catena alimentare del carcere è quello trattato peggio".

Non a caso "la polizia penitenziaria ogni giorno salva da tentativi di suicidio, e deve far le nozze con i fichi secchi, come controllare padiglioni di 100 persone con poco personale, di notte, garantendo il detenuto più debole di non venire sopraffatto". Le carceri, numeri alla mano, sono sempre più affollate. A pesare numerosi stranieri. Come già spiegato sulle colonne del Tempo, Delmastro ricorda che "sui 51.249 detenuti 17.987 sono stranieri e costano. Per questo stiamo lavorando a un progetto, collegato al Piano Mattei, che prevede di siglare accordi con i Paesi d'origine in modo che chi è stato condannato in Italia possa scontare la pena nei penitenziari dei loro Paesi".

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