Renato Mannheimer: "Vannacci? Quanto vale alle urne"
Il caso Vannacci, finito nella bufera per alcune dichiarazioni contenute nel suo libro, "Il Mondo al contrario", è uno degli argomenti più chiacchierati dell'estate. Anche tra i politici. Ecco perché è naturale chiedersi se tutta questa attenzione mediatica possa avere degli effetti sul piano politico ed elettorale. In realtà, al momento, sul piano degli equilibri attuali di voto tra i partiti sarebbe cambiato poco, secondo quanto riportato dal sondaggista Renato Mannheimer sul Giornale.
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"Occorre distinguere al riguardo tra il peso del personaggio in sé e quello di un movimento o, come qualcuno ha ipotizzato di un vero e proprio partito che potrebbe formarsi a seguito della sua vicenda", ha sottolineato l'esperto. Anche se il generale ha dei simpatizzanti o sostenitori delle sue idee, il numero di elettori che abbandonerebbero il proprio partito per Vannacci sarebbe limitato o comunque irrilevante dal punto di vista elettorale. Folli su Repubblica suggerisce la possibilità che raggiunga circa il 5%. Per Mannheimer, la quota sarebbe addirittura inferiore a questa cifra.
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La situazione potrebbe cambiare - scrive Mannheimer - "se, a partire dalla sua vicenda, si formasse una aggregazione che volesse competere a destra di Fdi, che con la guida di Meloni è percepita dell'elettorato sempre più rivolta verso il centro". Se pure si venisse a creare una forza del genere, però, è difficile che riesca ad attirare un numero di consensi sufficiente. "A meno che - sottolinea il sondaggista - una componente della coalizione di governo, in particolare Salvini che in questo periodo sta tentando di allargare i suoi consensi, non prenda anche lo spunto dell'affaire Vannacci per fare concorrenza 'da destra' a Meloni in occasione delle elezioni europee in cui ciascun partito corre per sé". L'ipotesi più probabile, però, è che il caso Vannacci si ridimensioni con il finire dell'estate.
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