Giorgia Meloni, la grande lezione: come è andata in Albania
Meglio l’Albania che la masseria. Giorgia Meloni lascia la Puglia con la famiglia per attraversare l’Adriatico e passare il Ferragosto all’estero. Scelta motivata dalla voglia di rispondere all’invito del premier Edi Rama, con cui il capo del governo italiano ha un ottimo rapporto. Ma anche dalla necessità di spezzare l’assedio che si è creato intorno a Ceglie Messapica. L’altro giorno, per dirne una, qualcuno ha provato a infilare il naso nella struttura pugliese sorvolandola con un drone. Allora ciao: biglietto per il traghetto, imbarco a Brindisi e traversata fino a Valona, in cerca di privacy (gli albanesi hanno regole che non vanno per il sottile) e relax.
Chiaro, poi c’è anche la politica. Il programma prevede una visita informale nella villa che il capo del governo albanese ha a Valona. Cena e una giornata di vacanza, forse due.
Con Rama è il terzo incontro in pochi mesi, a conferma delle ottime relazioni che tradizionalmente esistono tra i due paesi. Proprio sulle colonne di questo giornale Rama ha avuto parole gentili per la premier italiana definendola una «tigre». Nella scena internazionale Giorgia «ha sorpreso tutti e alla grande direi, perché si aspettavano un mostro fascista che avrebbe marciato sull’Europa e si sono trovati davanti una donna con una abilità mostruosa nel comunicare da grande europeista, senza sbagliarne una». La visita era stata anticipata proprio da Rama a Il Foglio: «Farà un po’ di ferie qui da noi». Invito accettato. Che poi tutto è nato da un meme. Pubblicato su Instagram dal capo del governo di Tirana.
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Rama aveva rilanciato una foto-composizione che stava girando da un po’ sui social. Anno 1991, l’emigrazione di massa degli albanesi verso la Puglia. Anno 2023, inversione di rotta: gli italiani che scelgono in massa l’Albania come meta turistica. Perché è bella e costa meno delle località turistiche dello Stivale. Da noi, secondo uno studio, si spende il 250 per cento in più per un soggiorno. Sicché 500mila italiani si sono imbarcati o hanno volato verso il paese delle Aquile. Questo il resoconto fatto da Top Channel (media di Tirana) sullo sbarco di Giorgia: «Il primo ministro italiano è appena scesa al porto di Valona» dal traghetto “Prince”, dove ad attenderla c’era il suo omologo albanese. Sulla banchina c’erano «anche i dipendenti del consolato italiano».
E una colonna di auto blu, che hanno preso a bordo Meloni e famiglia, mentre le forze di polizia «stavano rimuovendo le macchine in sosta vietata». Si diceva dell’ottimo rapporto tra i paesi, rimasto tale dopo il cambio a Palazzo Chigi. Il 6 dicembre 2023 c’è stato il primo faccia a faccia tra il presidente del Consiglio italiano e il primo ministro della Repubblica di Albania a margine del vertice Ue-Balcani occidentali di Tirana. In quella occasione Meloni e Rama hanno confermato «l’importante cooperazione tra Italia e Albania in tutti i campi». E l’Italia ha assicurato «il sostegno del governo al percorso europeo dell’Albania». Altro incontro, datato 6 gennaio 2023, in Moldavia, dove i due leader hanno partecipato al vertice della Comunità politica europea, insieme ad altri leader dell’Ue. Nuova occasione per vedersi e altre cordialità sparse. D’altronde gli interessi convergenti sono molti. Dalla questione del gasdotto sottomarino adriatico all’potesi di costruire una centrale nucleare in territorio albanese, fino alla valutazione del boom turistico che ha portato, questa estate, centinaia di migliaia di nostri connazionali nel paese che fu del comunistissimo Hoxha. Intanto la politica in Italia non si ferma. Rimane d’attualità la questione della tassa sugli extra-profitti delle banche.
Meloni, intervistata da Corriere, Repubblica e Stampa, ha provato a chiudere il caso con Forza Italia. Ha detto di comprendere la posizione di Antonio Tajani, che ha lamentato la scarsa comunicazione in maggioranza, ma poi ha spiegato: «Ho coinvolto in minor misura la maggioranza perché la questione, diciamo così, non doveva girare troppo». Si poneva, insomma, un tema di riservatezza. «Era una materia delicata, me ne assumo tutta la responsabilità».
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