Antonio Tajani agita la maggioranza: l'affondo sulla tassa alle banche
Un indizio era arrivato con la voce del disappunto della famiglia Berlusconi verso il governo per la tassa sugli extraprofitti delle banche. Ora ne arriva un altro. Che fa certezza. Antonio Tajani protesta per l’accaduto. Dice «mai più» una roba del genere in consiglio dei ministri, la norma «non era stata concordata» e ora il decreto omnibus (che contiene il salasso per le banche) deve essere modificato in Parlamento. Uno più uno fa due. Marina Berlusconi, dicono, non è affatto contenta della misura che mette le mani nei conti degli istituti bancari.E la posizione critica di Forza Italia è un facile sillogismo. Ma perché tutto questo interesse degli eredi di Silvio per le banche? Semplice: Fininvest detiene il 30 per cento di Mediolanum.
Non solo. Data la sua capitalizzazione (6,1 miliardi), la banca fondata da Ennio Doris è consideratala vera punta di diamante del gruppo. E una parte molto importante degli utili che arrivano alla famiglia Berlusconi viene proprio da lì. Ovvio allora che, dopo l’ultimo consiglio dei ministri, gli eredi si siano allarmati. Secondo i calcoli fatti dagli analisti di Ubs la tassa sugli extraprofitti avrebbe un impatto del 50 per cento sugli utili di Banca Mediolanum. C’è da aggiungere altro? Solo che, l’indomani, il titolo ha perso il 4,7 per cento in borsa. E il quadro è completo.
Allora ieri è intervenuto Tajani. Perché è vero che non c’è più Silvio, ma Forza Italia rimane pur sempre il partito di riferimento della famiglia, anche se (per il momento) nessuno dei figli ha deciso di scendere direttamente in politica. Ecco cosa ha detto il ministro degli Esteri in un’intervista al Foglio, giornale che, in precedenza, aveva già diffuso la notizia del malumore di Marina verso Giorgia Meloni: «Mi auguro onestamente che in consiglio dei ministri una cosa come quella avvenuta con la norma sugli extraprofitti delle banche non accada più», ammonisce il segretario di Forza Italia. Le cose, aggiunge, «potevano essere fatte meglio, ora dobbiamo preservare la nostra credibilità internazionale e rassicurare gli investitori».
"Non concordato, non accada mai più": Tajani, il diktat a Giorgia Meloni
Il testo, così come uscito dal cdm, non va bene: «Presenteremo emendamenti, ne valutiamo uno per escludere i piccoli istituti dalla norma». Forza Italia lavorerà per migliorare la norma: «Andremo avanti per la nostra strada, rappresentiamo l’anima liberale del centrodestra, siamo parte del Ppe, mica siamo Fratoianni o Elly Schlein», precisa Tajani.
Una soluzione, secondo quanto emerge, è questa: rendere deducibili dall’imponibile gli importi che sa- ranno prelevati.
Resta il caso politico. Chi ha deciso di colpire le banche? Tajani si chiama fuori: «La norma non era stata concordata, invece doveva esserci una discussione prima e non un dibattito successivo all’approvazione e inoltre il pacchetto andava annunciato a mercati chiusi», aggiunge Tajani. Il leader azzurro chiama in causa chi avrebbe dovuto informare gli alleati: «Il presidente del Consiglio e il ministro Giancarlo Giorgetti».
ISOLAMENTO
Ora Forza Italia rischia l’isolamento. Perché, oltre a Fratelli d’Italia, anche la Lega è d’accordo sulla tassazione degli extraprofitti bancari, Salvini l’ha definita una misura di equità. In più viene ricordato a Tajani che anche Draghi aveva deciso di colpire le società energetiche di fronte ai guadagni seguiti al rialzo delle bollette: «Si può fare tutto, ciò che conta è farlo bene ein questo casole cose potevano essere fatte meglio», risponde il ministro degli Esteri.
Anche la comunicazione, secondo gli azzurri, è stata sbagliata: «Non possiamo sembrare ideologicamente contro le banche. Se servono soldi per il bilancio dello Stato è giusto che possano essere presi anche dalle banche, ma senza che questo sembri un atto ostile, dobbiamo preservare la nostra credibilità a internazionale, non possiamo permetterci di spaventare gli investitori mostrando un atteggiamento punitivo». L’opposizione, con Filippo Sensi (Pd), si domanda come mai Fi se ne sia accorta solo a cose fatte: «Ma dove erano quella sera? Esprimono vari ministri, dove stavano?».
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