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Bersani contro Meloni: "Non merita il rispetto. Sentore di manganelli"

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"C’è una saldatura della verità storica, politica e giudiziaria. Se una persona non è in grado di riconoscerla, non merita il rispetto degli italiani, quand’anche fosse presidente del Consiglio": Pier Luigi Bersani, intervistato da La Stampa, ha parlato in questo modo di Giorgia Meloni e del fatto che non abbia fatto riferimento alla matrice neofascista in relazione alla strage di Bologna del 2 agosto 1980.

 

 

 

Un commento, poi, l'ex segretario del Pd l'ha fatto anche sulla proposta di una commissione parlamentare d'inchiesta sul reddito di cittadinanza e sull'ex presidente dell'Inps Pasquale Tridico: "Assistiamo al tentativo di superare la verità giudiziaria virando su una verità politica. Quando poi si pensa a una Commissione su una persona, come non sentire un vago sentore di manganello?". Parole molto dure sul governo, col solito e ormai inflazionato riferimento al fascismo. 

 

 

 

Parlando della linea del governo da punto di vista economico, Bersani ha detto: "Vedo una linea di politica economica e sociale che metterà rapidamente l’Italia fuori dai binari". Invece sul salario minimo, su cui le opposizioni si stanno impuntando: "Sono sicuro che qualcosa succederà, non per buona volontà del governo, ma perché la realtà si impone e qualcosa saranno costretti a fare". Ennesimo attacco, infine, per l'sms con cui è stato comunicato lo stop del reddito di cittadinanza ai percettori del sussidio: "Questa è la brutalità di gente che non riconosce la povertà. La ministra Calderone dice che, chi vuole, il lavoro lo trova: evidentemente viene da Marte".

 

 

 

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