Piero Fassino e il cedolino? Imbarazzo-Schlein: qui esplode il Pd
"4.718 euro al mese non sono uno stipendio d’oro". Parola di Piero Fassino che in Aula ha votato contro la stretta sui vitalizi. Il deputato del Partito democratico si è presentato alla Camera sventolando il cedolino e rivendicando il suo stipendio. Per lui infatti "uno dei luoghi comuni è che i parlamentari godano di stipendi d'oro: qui ho il cedolino di luglio 2023, da cui risulta che "l'indennità netta di ciascun deputato è di 4.718 euro al mese. Sono una buona indennità, ma non sono stipendi d'oro".
Quanto basta a gettare non poco imbarazzo all'interno del suo stesso partito. E non lo nasconde la segretaria Elly Schlein: "Fassino ha parlato a titolo personale, in dissenso rispetto al voto del Pd. Noi continuiamo a batterci per il salario minimo", sono le prime parole alle quali fanno seguito quelle rilasciate a La Stampa. "Mi sembra evidente che la politica debba riallinearsi ai bisogni dei cittadini – spiega – dovremmo discutere subito di salario minimo, non di indennità e vitalizi. Dobbiamo pensare a chi non arriva a fine mese, categoria a cui certo non apparteniamo noi parlamentari". E non è da meno Davide Baruffi, responsabile Enti locali della segreteria Pd, bonacciniano come Fassino, che alza le mani di fronte a una richiesta di commento: "Mi appello al quinto emendamento".
L'imbarazzo al Nazareno è dunque palese. Non a caso Schlein tenta di cambiare il discorso e ancora una volta tira in ballo il salario minimo. Nella mattinata di giovedì 3 agosto, infatti, la leader dem sarà in Aula a Montecitorio per intervenire nel dibattito che precederà il rinvio sul salario minimo: "Credo che interverremo tutti, non faremo passare facilmente questa mossa della maggioranza – assicura – un altro schiaffo a chi non ce la fa. Non si può nemmeno far finta che questo disagio sociale non ci sia, è proprio questa indifferenza verso chi è in difficoltà che crea tensione".