Angelo Bonelli, vogliono silurarlo: perché può saltare
Di Angelo Bonelli e delle sue trovate sullo psico-clima ma non solo si stanno stancando un po’ tutti. Gli elettori, risultati alla mano, non l’hanno mai apprezzato. Ma ora a lanciargli siluri si è aggiunta anche la frangia politica nella persona di Eleonora Evi. Europa Verde, il partito ambientalista con meno voti di tutto il Continente, al momento è spaccato. Sebbene i Verdi siano tornati in Parlamento dopo anni, beneficiando dell’alleanza con Sinistra italiana ma soprattutto della coalizione col Pd, Alleanza verdi sinistra ha leggermente superato la soglia del 3% (e per riuscirci si sono pure dovuti mettere in due) ed ha attraversato glorie a dir poco intermittenti: la spaccatura più grave (e tra le più recenti) si è consumata alle scorse regionali del Lazio, quando le strade di EV e di SI si divisero per puntare entrambi su due cavalli zoppi: Sinistra Italiana e il suo segretario Nicola Fratoianni preferirono andare con il Movimento 5 Stelle (da dove proviene Eleonora Evi), Europa Verde invece appoggiò il candidato del Pd e Del Terzo polo: Alessio D’Amato.
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NON POLITICI Ora però i problemi non sono di carattere politico né riguardo i temi etici (i due partiti hanno idee diverse anche riguardo la legge sulla maternità surrogata). No, la spaccatura è tutta interna. Da tempo si sono create varie fazioni a livello locale (a Milano, ad esempio, lo storico consigliere comunale ambientalista Carlo Monguzzi contesta apertamente l'assessora del suo stesso partito, Elena Grandi; a Brescia, invece, due pezzi di Verdi si sono auto-trascinati in tribunale) ed Evi, ex eurodeputata ora in parlamento con Alleanza Verdi sinistra, è diventata interprete del mal di pancia di una serie di dirigenti. A suo dire non sopportano più il clima di scarso coinvolgimento e sentissimo partecipazione. Cioè, i Verdi sono pochi e nemmeno si parlano tra loro. Un capolavoro di autosabotaggio degno della miglior tradizione della sinistra. Evi, in una nota, ha confessato di aver sentito Bonelli e di avergli rappresentato «le difficoltà che Europa Verde incontra sul piano politico e organizzativo, causa spesso di mortificazione delle aspirazioni e delle ambizioni sia del gruppo dirigente locale, non coinvolto come vorrebbe nella vita del partito, sia di tanti che, pur avendo una grande sensibilità sui temi “green”, non riescono a sentirsi rappresentati dal nostro soggetto politico».
Strano visto l’approccio molto equilibrato di Bonelli che per chi non la pensa come lui sul “climate change” vorrebbe ideare addirittura un reato (il “negazionismo climatico”). Evi, comunque, alla luce dei fatti ha inoltrato la richiesta di dare vita a una sorta di percorso costituente che possa portare a primarie «aperte e trasparenti a tutti». Una roba da "micro Pd" con la quale si punta sul malumore dei quattro gatti della base per far fuori Bonelli.
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CAMBIO DI STATUTO Lui, perla verità, l’eventualità delle primarie non l’ha nemmeno esclusa, ha semplicemente piazzato il documento con la richiesta nel fondo della pila: «Per me va bene, non ci sono problemi, ma bisogna prima cambiare lo statuto». Il deputato di Ev chiude alla possibilità di anticipare il congresso: «Sarà a luglio 2024». E illustra quello che dovrà essere nella sua mente l’obiettivo del partito: «Bisogna costruire - dice all’HuffPost - partendo da Avs, un’alleanza ecosociale per il clima e la democrazia che sappia costruire alternativa alla destra ultra sovranista e negazionista guidata da Giorgia Meloni. Un’alleanza per le Europee, che parta da alleanza verdi e sinistra per arrivare a possibile liste civiche che tenga dentro le esperienze nate a livello locale. Penso al progetto di Ferruccio Sansa in Liguria, a quello laziale, a quello sardo. L’obiettivo? Il 5%». Quello della Evi, invece, neanche tanto nascosto, sarebbe portare il soggetto politico più ambientalista dell’emiciclo parlamentare nella sua dimora storica: il Movimento grillino e sempre più ultraprogressista di Giuseppe Conte.
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