Pd e M5s? Per loro la grandine è fascista: "Meloni si scusi"
Allarme rosso, aiutatela. Ormai la Schlein le spara più grosse della grandine. Grandine fascista, ovviamente. Pim-pum-pam. Lunedì Elly festeggiava perché in Spagna i socialisti hanno preso meno voti dei Popolari di centrodestra: «Adelante!», avanti, ha esultato su Twitter. Ora la segretaria del Pd incolpa la Meloni per la tempesta che ha sferzato il Nord: «Chi nega l’emergenza climatica non aiuta a risolvere la drammatica situazione in cui versa il Paese, hotspot dei cambiamenti climatici».
Hotspot, ha detto così. E ancora, Elly, adelante: «Non capiamo cosa stia aspettando il governo, che non ha fatto nulla su questo, se non chiedere di limitare allarmismi mentre ci sono lavoratrici e lavoratori che muoiono di caldo». In 10 mesi la Meloni non avrà mutato il corso gli anticicloni (il “Verde” Bonelli ce l’avrebbe fatta), e però Elly nei due anni e mezzo in cui era vicegovernatore dell’Emilia Romagna con delega al dissesto idrogeologico non è riuscita a costruire 11 vasche d’espansione che forse avrebbero salvato la regione dall’alluvione di maggio. Nello specifico la dem era titolare del “Patto per il clima” con compiti di “coordinamento inter-assessorile delle politiche di prevenzione e adattamento ai cambiamenti climatici e per la transizione ecologica”.
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«SCIACALLI» - Per realizzare 23 casse d’espansione l’Emilia Romagna di Bonaccini e di Elly ha ricevuto 190 milioni e ne ha costruite solo 12. Se il centrodestra ne chiede conto al governatore dem fa dello «sciacallaggio», così hanno tuonato a sinistra nelle scorse settimane. Mentre se oggi in Sicilia Pd, 5Stelle e sodali chiedono conto a Musumeci, ministro della Protezione Civile ed ex governatore siciliano, degli incendi che stanno colpendo l’isola, be’, è il minimo: «Riteniamo indispensabile che ci sia un’immediata informativa». Andiamo avanti. Dal fresco di Bruxelles arriva l’esortazione di Maria Angela Danzì, che è un’europarlamentare grillina: «Meloni dovrebbe chiedere scusa per le posizioni negazioniste sul cambiamento climatico». Non è finita qui, ovviamente: «Giorgia Meloni, che oggi dichiara che la messa in sicurezza del territorio è una priorità, è la stessa leader di un centrodestra che in Europa ha appena votato contro la Nature restoration law? Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sono stati compatti per non far passare una legge nata proprio per restaurare gli ecosistemi danneggiati». Di danneggiati non ci sono solo gli ecosistemi.
Poteva mancare all’appello il baffone di Sandro Ruotolo? Sì, poteva, e non ne avremmo avvertito la mancanza. Ma eccolo comunque lo scudiero della Schlein, il quale non solo dichiara che la premier è una «negazionista» del cambiamento climatico - ormai è noto - ma sfrutta l’abbrivio per accusarla di essere pure una «negazionista» del salario minimo. Dicevamo di Bonelli, il capo dei Verdi: «Nemmeno di fronte ai drammatici eventi estremi di questi giorni i negazionisti e gli scettici della maggioranza di governo riescono a fare autocritica. Il governo italiano», pontifica l’ex padre putativo di Soumahoro, «è ostinatamente fermo su una politica che alimenta le cause della crisi climatica, nel tentativo di trasformare il Paese in un hub europeo del gas, anziché cercare di mitigarne gli effetti». È lo stesso Bonelli, capello arruffato e abbigliamento in cerca di armocromista, che l’altra mattina in tivù diceva che la politica non deve litigare sul clima, e che due ore dopo ha ricominciato a sbraitare anche contro i passanti.
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“ESTATE DELIRANTE” - Anche per il segretario di +Europa, Magi, la grandine è colpa dei fascisti: «Pochi giorni fa, al comizio di Vox, Giorgia Meloni tuonava contro il fanatismo ecologista. Oggi contai danni del cambiamento climatico che si è abbattuto sul settentrione, mentre la Sicilia brucia e in tutta Italia si fronteggia l’ondata anomala di caldo. È ora che questa allegra combriccola negazionista al governo capeggiata dalla premier e da Salvini riveda la sua posizione. Non serve più nemmeno la scienza: il disastro è sotto gli occhi di tutti», ma non si riferisce al suo. Per Sergio Costa del Movimento 5Stelle «è un bollettino di guerra da Milano a Palermo», e i responsabili sono «i negazionisti del climate change». Il dem Majorino, surclassato alle ultime regionali lombarde, ha l’ardire di puntare il dito contro il governatore leghista Fontana per il disastro che si è abbattuto su Milano. Dall’“estate militante” a quella “delirante” è un attimo.