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Daniela Santanchè, tsunami in Aula: "Ecco chi mente", tutti muti in Aula

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I Cinque Stelle mettono in bacheca l'ennesimo buco nell'acqua. La mozione di sfiducia presentata dai grillini contro il ministro Santanchè ha un effetto immediato, compattare ancora di più la maggioranza. Il primo ad andare all'attacco è stato il capogruppo 5S a palazzo Madama, Patuanelli: "A noi i procedimenti giudiziari non interessano. Io mi auguro di cuore che la ministra esca pulita da qualsiasi indagine ma le condotte sottese a quanto accaduto nei gruppi che la ministra ha guidato sono, a nostro avviso, condotte che hanno dal punto di vista del comportamento una discrasia rispetto ai giuramenti che si fanno quando si diventa ministri e all’esercizio con disciplina e onore delle funzioni pubbliche". E ancora: "Io credo che la mozione di sfiducia sia una conseguenza logica di ciò che abbiamo detto e non farla sarebbe stata ipocrita".

Poi è stato il turno di Ettore Licheri che con un "pagliacci" rivolto alla maggioranza ha scatenato il finimondo in Aula. Ma la Santanché ha smontato le accuse dei grillini e soprattutto una frase ha zittito lo sbraitare pentastellato: "È La seconda volta che mi trovo in quest’aula per discutere su accuse giornalistiche rivolte alla mia persona» e «non intendo entrare nuovamente nel merito in quanto ho già esposto i fatti con chiarezza e trasparenza.

Mi permetto, per l’accusa che mi è stata ingiustamente rivolta con grandi titoli sui giornali, di ribadire che quando sono venuta in Senato il 5 luglio non ero stata raggiunta da alcun avviso o informazione di garanzia da parte della procura della repubblica di Milano: anche gli organi di stampa hanno confermato che alla mia residenza a Milano è stata consegnata la proroga delle indagini in data 17 luglio. Per cui non solo io ho detto la verità ma chi dice il contrario mente sapendo di mentire". Parole forti che ristabiliscono la verità. Anche in Senato. 

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