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Landini ha la traveggole: sciopero generale contro la manovra che non c'è

Giovanni Sallusti
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Non so quanti ricordino un film del 2002 di Steven Spielberg, “Minority Report”. Un autentico capolavoro, che tra le altre cose aveva previsto anche la nuova stagione sindacale di Maurizio Landini. No, non abbiamo accusato un colpo di sole uguale e contrario a quello del leader Cgil, spieghiamo. L’opera di Spielberg (tratta da un racconto di Philip Dick) poggiava su quest’idea portante: un sistema avveniristico basato su percezioni extra-sensoriali, chiamato Precrimine, avrebbe permesso in un prossimo futuro di evitare gli omicidi prima che avvenissero, arrestando i potenziali assassini preventivamente individuati. Bene, Landini deve aver installato qualcosa del genere al quartier generale della Cgil, una sorta di Presciopero. Lui infatti sa già oggi, luglio 2022, che la prossima legge di bilancio, la quale solitamente viene approvata a fine dicembre, sarà deludente, addirittura un pericolo per i lavoratori, meritevole di innescare la mobilitazione generale.

 

 

 

SETTEMBRE CALDO
Ai microfoni del Tg3Lombardia ha infatti annunciato l’altro giorno quasi dispiaciuto, ma con la consapevolezza di chi maneggia l’ineluttabile, che lo sciopero «sarà in autunno» e che «sarà necessario farlo contro la legge di bilancio». Una preveggenza clamorosa (nel film si parlava di episodi di “precognizione amplificata”), tantopiù se focalizziamo l’abituale iter politico-istituzionale di una Finanziaria. A settembre, in genere inoltrato, si aprono le danze con la Nota di Aggiornamento al Def, dopodiché a ottobre è la volta del Documento Programmatico di Bilancio, poi se tutto fila proprio liscio il Progetto di legge di bilancio viene presentato alle Commissioni Parlamentari nella seconda metà di novembre, quindi finalmente la ridda parlamentare, che in genere termina appunto a un gong dal brindisi di Capodanno. Un’odissea sostanzialmente, in cui non solo i dettagli operativi, ma la stessa visione di fondo può mutare a più riprese, ma per il veggente Landini sono quisquilie, lui sa, e sa che sarà una schifezza, tanto da vedersi costretto in coscienza a bloccare il Paese per evitare lo scempio. Il Presciopero, appunto.

Inutile dire che non è mai esistito nulla del genere nella storia del sindacato, comprese le sollevazioni più ideologiche, che magari affondavano le radici nei classici raffermi del marxismo, ma non in quelli funambolici della letteratura fantasy. Non bastasse, la specifica successiva del segretario aggiunge ulteriori dosi di surrealismo: «Faremo una consultazione straordinaria tra i lavoratori a settembre e non solo per chiedere se mobilitarsi, ma anche per capire come vogliamo farlo e come convincere le persone a venire con noi a Roma». Cioè: il Soviet del Presciopero ha già deciso, forte delle proprie precognizioni, si tratta di imbastire una consultazione (da tenere «a settembre e non solo», per lasciare un po’ di suspence a chi non ha il vaticinio facile) che «convinca le persone» a scegliere quel che Landini e compagni hanno già scelto. Come insegnava Orwell, ci sono sempre alcuni animali più uguali degli altri, in questo caso sono gli illuminati che sanno già chi è l’assassino: invariabilmente, Giorgia Meloni e il suo governo affamatore del popolo a prescindere, prima ancora di stilare la prima bozza della premessa alla versione provvisoria della legge di bilancio.

CIG PER IL CALDO
Ma Landini è anche un generoso, e avendo un rapporto preferenziale col futuro vuole pure ricordare all’esecutivo che «c’è bisogno di intervenire subito con un provvedimento già da lunedì -oggi, ndr- per dare la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione in tutti i settori, come strumento laddove non ci sono le condizioni per lavorare» a causa dell’emergenza caldo, in effetti un unicum a fine luglio. Ma non divaghiamo eccessivamente: qui il punto sono i poteri straordinari di Maurizio Landini e della sua unità Presciopero, unica spiegazione razionale che giustifica la guerra preventiva alla Finanziaria. A meno che, effettivamente, il sindacato, nella fattispecie la Cgil, sia in realtà un organo politico a tutti gli effetti. A meno che Landini e i suoi perdano un po’ meno di quanto dicono il sonno per le sorti dei lavoratori (anche perché da tempo la categoria che garantisce loro più tessere sono i pensionati) e siano un po’ più concentrati di quanto dicono a fare opposizione al governo (anche perché se lasciano fare alla Schlein, la Meloni non se la tolgono più dai piedi). A meno che, insomma, lo sciopero a priori abbia poco a che fare con la divinazione, e molto con l’ideologia. No dai, sarebbe fantascienza. 

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